Attrezzature boschive: Il (mio) Tascapane

Non sono un minimalista dei boschi, mi piace caricare lo zaino con quel che mi serve ed arrancare sino al luogo che mi darà dimora per la notte o anche solo per la giornata e spesso, quando le uscite non sono programmate e c’è la possibilità di fermarsi come di rientrare dopo poco o tanto tempo, sulla mie spalle c’è quello che necessita per sentirmi a casa, telo, coperta, cibo, acqua, libri, qualche volta il flauto traverso, ecc…, non manca mai, poi, un piccolo ed utile Tascapane ed è proprio d’esso e del suo contenuto che andrò parlando in questo articolo.

Che si tratti di un’uscita di più giorni o di una toccata e fuga giornaliera può succedere, e capita sovente, che incontri luoghi sconosciuti che la curiosità spingerà ad esplorare piuttosto che transitare indifferente ed in questi casi la leggerezza potrebbe far la differenza fra una perlustrazione giovevole ed un’esperienza da dimenticare: arrancare con un voluminoso zaino che si impiglia ovunque, o che ti schiaccia sotto il suo peso qualora si necessitasse di gattonare sotto un tronco non è cosa piacevole e qui entra in gioco la fida tracolla, che offre portabilità ed al contempo libertà di movimento. Vediamola nello specifico, caratteristiche e contenuto.

Innanzi tutto perché una tracolla e non un piccolo zaino pieghevole, visto che ne esistono di comodi? Tralasciando l’indubbio valore estetico -ma non lo tralascio- delle tracolle di vecchia fattura rispetto a degli zaini moderni ripiegabili, la tracolla offre più modularità e soluzioni di portabilità, può essere indossata assieme allo zaino o attaccata ad esso, garantendo sia un’accessibilità veloce al suo contenuto ed al contempo aggiungendo un surplus di litraggio sulle nostre spalle.

La mia dotazione risiede in un piccolo Tascapane tedesco, queste le dimensioni:

Altezza 20 cm x larghezza 22 cm x profondità 6 cm. Per una capienza di circa 10Lt;

Il fronte, si nota il Poncho attaccato sotto sfruttando del paracord ed i numerosi ancoraggi che questa sacchetta presenta.

più grande di un marsupio quindi, ma dalle misure piuttosto contenute rispetto ai Tascapane più comuni.

La chiusura della patta è affidata a due cinghie di spesso cotone ed a altrettanti passanti in metallo a sgancio rapido come la quasi totalità di questo tipo di sacche.

All’interno troviamo tre vani, in realtà sarebbero due perché il vano principale, il più grande, è separato a circa un terzo da un pezzo di stoffa non fissato sul fondo, che quindi crea un semi-vano diviso ma non indipendente, ottimo per tenere in piedi dei contenitori -bottigliette, borracce, ecc…-

quando la sacca non è stipata, il tutto è poi tenuto compatto da due ali di stoffa da chiudere sopra il contenuto dei vani così da evitare eventuali fuoriuscite di oggetti qualora la borsa non fosse piena e la patta di chiusura fosse troppo lasca.

Il retro è interessante, sulla parte alta del dorso sono presenti infatti due cinghiette con passanti di metallo,

In alto, sul dorso del Tascapane, le cinghiette con passante in metallo, dietro è fissato anche il fornelletto pieghevole (custodia nera) ed i due moschettoncini che servono per configurare a zaino la sacchetta.

identici a quelli che chiudono il vano principale e che permettono di indossare il Tascapane, oltre che sfruttando la canonica tracolla, in varie declinazioni come ad esempio:

– a marsupio, sfruttando appunto la tracolla passata nelle fettucce ed agganciata in vita a guisa di cintura.

– Attaccato direttamente ad una cintura/cinturone.

– Aggiungendo due anelli di paracord e due piccoli moschettoni alle fettucce di stoffa poste ai lati della sacca potremo sfruttare il nostro duo dinamico di cinghiette per trasformare il tascapane in uno zainetto sempre sfruttando la tracolla che si trasformerà negli spallacci,

La freccia rossa indica la tracolla.

soluzione utile qualora necessitassimo di un carico che non si muova durante i passaggi più gravosi come potrebbero essere dei piccoli tratti di arrampicata dove l’avere una tracolla che ci bascula attorno al busto sarebbe un incomodo non da poco.

In un attimo si può passare da tracolla a zainetto.

In fine le due cinghie possono servire per fissare la borsa ad un altro tascapane o allo zaino, cosa che faccio sovente, e servire per punti di ancoraggio di cordino, moschettoni, e tutto quello che la necessità ci suggerisce.

Questo piccolo tascapane ha quindi, in totale, 6 punti di ancoraggio materiale, oltre i due riservati alla tracolla (sfruttabili poi a piacere con la sacchetta in conformazione zainetto, nella quale non vengono utilizzati), nello specifico ne troviamo tre di fettuccia, due posti in basso ad entrambi i lati della sacca, mentre l’altro si torva sulla parte frontale, sempre in basso, invece al centro della patta di chiusura troviamo un ancoraggio metallico, poi abbiamo le due citate fettucce con passanti di metallo, tutto ciò rende lo stoccaggio di eventuale materiale appeso fuori dalla borsa abbastanza agevole, come vedremo fra poco con il Poncho ed abbiamo già intravisto con il fornelletto smontabile.

Cosa mi porto?

Si tratta di un kit, chiamiamolo così, per uscite che possono andare da qualche ora ad una giornata, ma che nel caso potrebbe ausiliarmi anche durante un’eventuale accidente che può sempre occorrere. Con me porto sempre:

– (1) la fida borraccia inglese con la sua inseparabile gavetta, questo mi permette di avere un litro di acqua potabile ed il necessario per potabilizzarne altra a mezzo bollitura, oltre che l’opportunità di preparare qualche infuso boschivo o del cibo.

– (2) Un kit di pronto soccorso minimale, meglio non averne bisogno, ma non si sa mai, la dotazione è veramente risicata ma è meglio di niente, qualche cerotto ed benda contenuti in una scatolina, poi un mix cicatrizzante/antisettico a base di erbe selvatiche autoprodotto (ne parlerò a tempo debito…), oltretutto il set può essere implementato con risorse reperite sul territorio (ad esempio di qualcosa ho già parlato Qui).

– (3) Una pietra da affilatura, ne potrei fare a meno ma è abitudine averne meco, si tratta di una piccola a due grane.

– (4) Un piccolo arsenale per il fuoco composto da ferrocerio (nuovo di pacca, lo storico è disperso fra i monti, credo), scatolina di esche e fiammiferi cerati, poco peso e, in caso di necessità, tanta utilità.

– (5) Un coltello multiuso sullo stile Victorinox, personalmente da qualche tempo porto con me con costrutto un Ruike LD51-B, un buon aggeggio.

– (6) Un coltellino pieghevole da intaglio della Schrade (anche di questo andrò parlando in futuro), dotato di una piccola lama ed alcune utili sgorbie, funzionale nel caso dovessi realizzare per necessità o diletto qualche utensile come cucchiaio o forchetta, un buon attrezzo sicuramente utile, anche se con qualche difettuccio.

– (7) Qualche metro di paracord.

– (8) Cucchiaio in Betulla ed una forchetta in Olivo che ho realizzato personalmente, utili per cucinare, mangiare e, nel caso della forchetta, dai rebbi davvero resistenti, anche per altri scopi.

– (9) Scatolina EDC contenente, oltre ad una coperta isotermica, kit cucito, fiammiferi anti-vento, accendino, una matita, filo di rame, sega a filo, lenza (non pesco ma può essere utile), un preservativo, ottimo come contenitore di acqua o per isolare una ferita, tubicino di gomma, un piccolo firesteel, kit cucito, una lametta, qualche spilla da balia.

– (10) Una torcia.

Questo per quanto riguarda l’interno, mentre all’esterno, sfruttando i numerosi ancoraggi, ho appeso:

– (11) una Kuksa, utile per bere, per raccogliere piccoli frutti, ecc…

Com’è fissato il Poncho.

– (12) il poncho, utile in caso di pioggia improvvisa o per allestire un riparo di fortuna, finanche un’amaca, che si vede meglio nella foto dedicata qui a fianco.

– (13) Il monocolo, sempre utile sia per scrutare l’orizzonte, gli animali, punti di traguardo, sia come lente d’ingrandimento, basta usarlo al contrario ed avremo il nostro microscopio boschivo utile per osservare piccoli animali o maledette spine/schegge infisse nelle carni.

– due piccoli moschettoni, non visibili nella “foto di gruppo”, che mi permettono di modificare la portabilità della tracolla indossandola a zainetto.

– il fornelletto a legna smontabile, un vezzo, ma utile per allestire un punto fuoco velocemente, lo stoccaggio è visibile nella foto del retro della sacchetta.

Come si vede non si tratta di una dotazione minimale -non sono un survivalista- ma lo stoccaggio nella tracolla (ed in parte fuori) rende il tutto davvero compatto e assolutamente poco fastidioso anche nei passaggi più angusti, rendendo al contempo affrontabile in maniera decentemente decorosa anche un’imprevista notte all’addiaccio o un bivacco d’emergenza.

Potrebbe sembrare che il Poncho così stoccato, legato a mezzo paracord sotto la sacca, possa “allentarsi” qualora si svuotasse il Tascapane, ma la rigidità del tessuto, ed una buona legatura, oltre la presenza della gavetta all’interno della sacchetta e del fornelletto sul retro, scongiurano l’eventualità, ma anche estraendo il pentolino il tutto rimarrà bello saldo, provare per credere.

Questo è un ulteriore pezzettino del mio armamentario, che va ad aggiungersi agli zaini dei quali ho parlato in passato (Qui e qui) ed ai quali si adatta alla perfezione, sia come stile che come modulabilità.

Buoni boschi!

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