Tracce: Canis Lupus, tracce specifiche e considerazioni sparse.

Qualche giorno fa, passeggiando su una strada bianca abbiamo incrociato varie tracce di animali impresse sia nella neve residua che nel fango, a testimonianza della vitalità faunistica dell’area; abbiamo incrociato tracce di Cervo, Camoscio, Cinghiale, Volpe, Capriolo e -ed è un rinvenimento sempre emozionante- di Lupo.

Il tipo di sentiero ci ha offerto un osservatorio privilegiato sulle tracce ed i percorsi seguiti da ogni animale con impronte nitide e direzioni quasi sempre chiare.

I due spunti di tracciamento più interessanti li ha offerti sicuramente il Lupo: abbiamo da prima incrociato una chiara pista su neve vecchia, l’animale ha proceduto in linea retta risalendo un lieve pendio a monte; questo è un buon -ed il primo- indicatore poiché nel dubbio che la traccia sia stata lasciata da un grosso Cane o appunto da un Lupo, l’incedere a questa guisa ci indirizzerà prevalentemente verso quest’ultimo, che predilige tale tipo di progressione.

Il secondo indicatore del tipo di canide del quale stavamo seguendo il percorso lo abbiamo rinvenuto lungo la strada bianca, purtroppo essendo stata transitata anche da alcuni mezzi a motore molte tracce erano danneggiate, quando non cancellate completamente o parzialmente interrotte, ma un paio di impronte ci hanno fatto capire come il nostro fosse effettivamente un Lupo, intuizione data dal fatto d’aver rinvenuto due coppie di tracce dove era evidente la sovrapposizione di due impronte ed imperocché nel suo incedere rettilineo il nostro porrà la zampa posteriore dove aveva precedentemente posto quella anteriore formando una sorta di impronta “sdoppiata”, questo elemento ha rafforzato ancor più la convinzione d’essere al cospetto della traccia di un Lupo. Qualche minuto dopo abbiamo capito che probabilmente, ammesso che le successive tracce fossero del medesimo esemplare, questi avesse individuato una preda e la stesse seguendo con circospezione, essendo la falcata in modalità marcia ed indirizzata a seguire un’altra serie di impronte, queste di ungulato e verosimilmente di Camoscio, anch’esse -vista la distanza fra loro- in modalità marcia.

Purtroppo il caos di passaggio sulla strada non ci ha permesso di ricostruire gli eventi seguenti, anche se un accumulo di fatte di Camoscio lungo il percorso ci ha fatto intuire che il pedinamento sia durato almeno per i successivi 150/200 mt vista la tranquillità della presunta preda che si è fermata ad espletare i propri bisogni.

Nei pressi di una borgata disabitata abbiamo poi trovato un residuo di fatta di lupo, che però, vista la stagionatura, non era riferibile all’evento -o presunto tale- osservato durante la nostra camminata ma che ci ha comunque confermato la presenza del canide in zona.

L’impronta di Lupo ha alcune caratteristiche che la rendono riconoscibile rispetto a quelle di altri canidi, soprattutto del cane domestico, vediamole.

Dimensione:

lunghezza dai 10cm in su, larghezza dagli 8 cm in su, quindi l’orma è più grande di quella della maggioranza dei cani, ma compatibile con quella di grossi esemplari come ad esempio il Pastore tedesco.

Forma:

L’impronta del Cane ha generalmente una forma più arrotondata mentre quella del Lupo sarà generalmente più “sfilata”, allungata, e si vedranno maggiormente gli artigli impressi al suolo.

Nel Lupo come nel Cane avremo la linea tra le punte dei polpastrelli laterali che passa generalmente sotto quelli centrali, ma non sempre questo schema è così chiaro.

Lupo o grosso Cane? Il posizionamento dei polpastrelli e la loro forma, più allungata nel Lupo che nel Cane, sembrerebbero chiarire il dubbio, anche se la posizione dei polpastrelli esterni rispetto a quelli superiorie è “al limite”.

Un’impronta singola, in assenza di altri elementi potrebbe non essere così certa da attribuire.

Dimensione e forma ci possono quindi dare una discreta indicazione sul tipo di canide che ha lasciato la traccia, ma i dubbi non potranno essere del tutto fugati se non incrociando altri dati di osservazione come la linea di progressione ad esempio, poiché il lupo procede generalmente in linea retta, sua particolarità, con falcata di circa 80-90 cm, quindi ancora non dissimile da quella di un grosso Cane; come detto il Lupo porrà la zampa posteriore sulla traccia di quella anteriore.

L’eventuale presenza di fatte sarà un altro indicatore: quelle del Lupo sono piuttosto grandi (di dimensioni compatibili con quelle di un grosso cane), attorno ai 10/15 cm di lunghezza e di forma cilindrica con un vertice “sfilato” a punta di matita. Al loro interno saranno sovente presenti peli e frammenti di ossa, il colore della stessa sarà quindi biancastro, color gesso sporco, per intendersi, c’è da dire però che questi escrementi saranno sostanzialmente indistinguibili da quelli di un Cane selvatico o di un ibrido che si cibasse quindi delle stesse prede del Lupo.

Fatta di Lupo fotografata qualche anno fa nei pressi del mio campo base.

Altra fatta di Lupo trovata tempo a dietro nei boschi sopra casa.

Incrociando quindi disparati elementi come forma dimensione delle orma, particolarità di progressione e presenza di escrementi, avremo una buona indicazione di ciò che stiamo “seguendo”.

Ora, al di là del piacere di incontrare i segni di passaggio d’altri animali oltre a noi, cosa ci possono dire le tracce dell’ambiente che andiamo navigando? In primis, ed è chiaro, chi condivide con noi una data area e quindi eventuali criticità o risorse che andremo potenzialmente incontrando.

Sapere chi si muove in un’area, soprattutto se sconosciuta, ci potrà dare un’indicazione di massima dell’ambiente che troveremo proprio grazie alle presenze animali, a patto di conoscere le caratteristiche degli habitat dove essi abitano.

Incontrare ad esempio la pista di un Camoscio in un bosco alpino, sulla quale non fossero presenti tracce di altri animali di passaggio, potrebbe scoraggiarci dal seguire la linea durante i nostri spostamenti perché potremmo facilmente imbatterci in passaggi rocciosi o particolarmente ripidi, adatti al facile passaggio per un camoscio ma fortemente repulsivi, quando non impossibili da attraversare, per noi.

Insomma il fulcro della questione è sempre il medesimo: osservare ciò che ci circonda, sapendo cosa cercare e come e dove farlo, potrà migliorare la nostra esperienza di navigazione, scongiurare alcune potenziali criticità, aiutarci ad aggirare ostacoli e muoverci più velocemente e piacevolmente.

Aguzzate la vista, buoni boschi!

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