LEONARD PELTIER IL NATIVO D’AMERICA IN CARCERE DA 45 ANNI

Ho trovato in rete questa storia che pubblico nonostante trovi il battere sull’ “innocenza” come plus dell’ingiustizia subita da Leonard inutile, almeno dal punto di vista di queste pagine perché come ho ribadito più volte il selvatico si difende e difenderlo può voler dire scontrarsi anche con i cani da guardia del dominio e della distruzione, con quello che ne consegue, parimenti i richiami alla democrazia non mi interessano, visto quello che nei secoli è stato perpetrato in nome di questa ideologia, detto ciò trovo questa storia emblematica..


Leonard Peltier nativo lakota, ormai quasi 77enne, è in carcere da ben 45 anni, perchè membro dell’American Indian Movement, quel movimento che cercò negli anni ’70 di difendere ancora una volta i diritti, la cultura, la terra, la lingua, le tradizioni dei nativi d’America.

Leonard non è un “eroe”. Eppure ne avrebbe tutte le caratteristiche. Ha lottato (e continua, nonostante tutto a farlo) per i diritti del suo popolo e per questo si avvia a concludere la sua vita terrena rinchiuso in una prigione da molto, troppo tempo.
Per l’esattezza dal 6 febbraio 1976 … sì, sono 45 anni!

È stato condannato a due ergastoli per l’uccisione di due agenti FBI, ma si è sempre dichiarato innocente.

La sentenza è arrivata dopo un processo che definire “strano” è fuorviante.
È stata emessa in maniera definitivada una corte ostile, avvallata da pochi indizi neppure confermati, con testimonianze probabilmente estorte e che sono state presto ritrattate.

Una condanna che non è stata messa indiscussione da successive prove che lo scagionavano ma che non hanno portato né alla revisione del processo né alla “grazia” (unica via percorribile per tornare in libertà) di nessuno dei presidenti statunitensi che si sono succeduti in tutti questi anni.

Leonard Peltier non vuole né avrebbe voluto essere un eroe. Ha fatto la sua scelta di vita e, per questo, ha saputo resistere alle ingiustizie che ha dovuto subire.

È un combattente che lotta ancora dal carcere per il suo popolo, per quelle persone, i nativi americani, a cui sono stati rubati diritti inalienabili e depredati i territori che loro abitavano da tempo immemorabile.

Si provi a immaginare a cosa può significare rimanere rinchiuso 45 anni; a cosa può pensare quest’uomo di quasi 77 anni.
A come abbia potuto resistere tanto tempo in isolamento. E a come sia riuscito a sopravvivere e continuare a pensare, a ragionare, a lottare.

Leonard Peltier non si è mai piegato di fronte alle ingiustizie che ha dovuto subire.
Non si è mai inginocchiato per chiedere di essere perdonato. Non poteva farlo per il semplice fatto che è innocente e non avrebbe mai potuto dichiarare di essere un assassino.

Leonard Peltier è un uomo integro, un prigioniero politico, un vero lottatore.

Forse è per questo che è volutamente dimenticato da quei personaggi che dirigono le grandi “nazioni democratiche”.

Riconoscere ufficialmente che esiste una persona innocente che vive da 45 anni in una cella della maggiore potenza economica e militare del mondo a causa di una sentenza ingiusta, sarebbe come ammettere il fallimento di un intero sistema.

Un sistema iniquo, retto su principi imperiali, gli stessi che hanno prodotto guerre e devastazioni in ogni parte del nostro pianeta.

Nella giornata di ieri 6 febbraio davanti al consolato Usa a Milano si è tenuto un presidio per richiedere, per l’ennesima volta, la scarcerazione di Leonard.

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