La Bistorta (Persicaria bistorta) a mio gusto è una delle piante edibili più buone in assoluto, è presente in quasi tutta Italia escluse le grandi isole e la Puglia; è una pianta montana e cresce nella forbice altimetrica che va dai circa 1000mt ai circa 1800mt.
La bistorta cresce in folte colonie e e sue foglie sono piuttosto grandi il che la rende un’ottima risorsa come alimento selvatico ma le sue caratteristiche non si fermano soltanto all’aspetto mangereccio.
Cresce nei prati alpini ricchi di umidità ma anche nelle radure boschive e sui pendii non troppo esposti e spesso si trova associata ad altre erbe eduli come ad esempio la Barba di becco o l’Ortica, delle quali ho già parlato nelle schede precedenti.
La pianta si individua facilmente nei prati grazie alle sue oblunghe foglie (come forma ricordano quelle dell’Aglio orsino) dalle venature opposte, sfalsate e ben disegnate, la pagina superiore è di un bel verde brillante mentre quella inferiore è più chiara, la foglia è liscia e vellutata, sulla superficie della pagina superiore si possono individuare alcune “solcature” appena accennate parallele al fusto centrale; ancora più caratteristica è l’infiorescenza, una bella spiga di fiorellini rosa molto estetica.
Uso alimentare:
Le giovani foglie possono essere mangiate crude in insalata, le foglie più vecchie possono essere usate in zuppe o ripassate in padella. Il gusto ricorda vagamente quello dello spinacio ed in parte della bietola, davvero molto piacevole. Dopo la fioritura la foglia diventa più coriacea (per questo consiglio di eliminare il gambo) e con un retrogusto lievemente amaro molto piacevole. Il fatto che la Bistorta nasca in ampie colonie la rende un ottimo cibo da escursione.
Uso fitoterapico:
Il decotto di foglie e radici può essere usato per il lavaggio del cavo orale in caso di infiammazioni, se ingerito può aiutare contro la dissenteria e il vomito.
Ricordo che la decozione si realizza in acqua tiepida, non in ebollizione e la pianta deve rimanere in infusione per almeno qualche ora.