Ricette selvatiche: Torta d’erbe spontanee

Boschi, prati, incolti, ruderi sono da sempre una fonte quasi inesauribile di risorse varie che si ampliano ulteriormente quando, in primavera, la natura si risveglia; qualche giorno fa, visto il caldo improvviso che ha fatto spingere prati ed alberi abbiamo deciso di coccolarci facendo un giretto arboreo con l’intento di raccogliere qualche verdura selvatica.

Il giro è stato più che fruttuoso e ci ha permesso di gustare una cena a base di torta d’erbe. Purtroppo non ho avuto il tempo di realizzare la pasta adeguata e ci siamo affidati ad una sfoglia da supermercato, pazienza…

Ingredienti:

La preparazione è banale:

Dopo aver soffritto Aglio e cipollotto ho aggiunto le verdure spezzate grossolanamente con un po’ d’acqua e di sale, una volta ammorbidite a dovere ho aggiunto l’Oboro avendo cura di amalgamarlo bene con le erbe; l’Oboro è una sorta di cagliata “scomposta” facile da “impastare” con gli altri ingredienti, aggiungendo anche la sua acqua ho fatto andare altri 5 minuti a fuoco medio avendo cura di non far attaccare. Poco prima di fine cottura ho aggiunto i semi di girasole.

Far riposare le verdure qualche minuto in maniera che raffreddino un minimo, nel frattempo preriscaldare il forno a 180 gradi e in una teglia stendere della cartaforno e porvi sopra la sfoglia (se se ne utilizza una acquistata avrà già la sua nella confezione) e forellarne la superficie con una forchetta.

Riempiamo ora la sfoglia con uno strato di 2,5cm della nostra farcitura selvatica, dopodiché chiudiamola ed inforniamo. Io cuocio sino alla doratura della superficie, non ho una tempistica precisa.

Il risultato finale è stato fantastico, la torta era molto saporita, gustosa, il Tarassaco, con il suo amaro, ha bilanciato a dovere la dolcezza della Borraggine, della Bistorta, degli Strigoli; l’Ortica ed il luppolo hanno dato quella buona nota rustica al tutto, i semi hanno dato una nota di croccantezza sfiziosa.

Credo che l’esperimento verrà replicato a breve.

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