NoExpo | 1° maggio – Nessuna convivenza pacifica con gli sfruttatori [in risposta a “Antispecismo in evoluzione”] [AGGIORNATO]

riceviamo e diffondiamo:

NESSUNA CONVIVENZA PACIFICA CON GLI SFRUTTATORI!

A proposito del comunicato “Antispecismo in evoluzione” di Earth Riot e altre realtà antispeciste sul corteo NoExpo del primo maggio a Milano

Il 22 aprile 2015 il gruppo antispecista Earth Riot ha pubblicato sul proprio blog un comunicato intitolato “Antispecismo in evoluzione” a proposito del corteo NoExpo che si svolgerà il primo maggio a Milano.

Come individualità che lottano per la liberazione animale, umana e della terra da una prospettiva anarchica non possiamo lasciare che posizioni come quelle espresse nel comunicato in questione passino inosservate e senza nessuna critica.

Nel testo diffuso da Earth Riot, e sottoscritto da altre realtà animaliste/⁠antispeciste, ci sono parecchi punti con i quali ci troviamo in totale disaccordo e ai quali vorremmo controbattere brevemente.

Come spesso accade nella retorica pacifista, nel comunicato vengono equiparati due piani di violenza in realtà opposti, ossia viene fatto un parallelo tra la violenza strutturale del sistema e la violenza rivoluzionaria usata per resistere e attaccare il sistema stesso ed i suoi complici. In questo modo le distinzioni tra oppressore e oppressx e sfruttatore e sfruttatx vengono confuse, e la violenza assume un significato pericolosamente equivocabile che non tiene in considerazione le condizioni e le forme nelle quali essa si manifesta.

Vi è una differenza abissale tra la violenza sulla quale la civilizzazione, il capitalismo e l’eteropatriarcato si reggono e si fondano, e la violenza perpetrata da chi queste strutture le vuole vedere ridotte in macerie, che è quindi una violenza perfettamente legittima. Esperienze di lotte rivoluzionarie passate e presenti ci insegnano che la nonviolenza é il privilegio di pochx, e che quando il sistema oltrepassa un certo limite l’unica risposta per sopravvivere e per ottenere dei risultati è l’azione violenta, che a seconda dei casi può esprimersi in forme diverse.

Accusare quindi chi usa violenza di fare il gioco del sistema ci sembra un insulto a tutte quelle persone che, dentro e fuori le mura di ogni tipo di prigione, lottano contro il dominio con qualsiasi mezzo necessario mettendo a rischio la loro stessa libertà.

Questa logica del pacifismo ad ogni costo porta chi ha scritto il comunicato ad affermare che qualsiasi tipo di azione violenta, fisica e verbale, ridurrebbe chi la compie “alla pari dei mostri che tentiamo di combattere”. Tralasciando il fatto che di norma é proprio il potere ad usare questo tipo di terminologia per descrivere sia i/⁠le suoi/⁠e nemici/⁠che che tutte le categorie di oppressx come “mostrx”,”incivili”,
“terroristx”, “animali”, “sub-⁠umani”, e per screditare ogni lotta di resistenza, non possiamo accettare questa posizione elitaria ed autoritaria che considera la non-⁠violenza come unica forma di lotta legittima, sminuendo e squalificando tutti gli altri modi di agire.
L’attacco alle strutture del dominio e alle sue innumerevoli manifestazioni non é solamente “uno sfogo dell’ego” ma anche una tattica legittima al pari di altre che non delegano alle istituzioni eventuali “soluzioni” di riforma del sistema.

Dal comunicato in questione emerge inoltre che la scelta dell’attivismo nonviolento deriva anche da una preoccupazione rispetto a quanto possono scrivere i media, o a cosa può pensare l’opinione pubblica. Chiunque sia almeno in parte critico nei confronti di questo sistema non può che rendersi conto di come sia a dir poco ingenuo usare come metro di
valutazione delle proprie azioni ed efficacia ciò che dicono i media, asserviti agli stessi poteri che contemporaneamente si intende attaccare.

A creare divisioni tra manifestanti (o attivistx, antispecistx, ecc.) “buoni/⁠e” e “cattivi/⁠e” e a parlare di “infiltrati” nei cortei ci pensano infatti già i giornalisti e le questure, ed é proprio su questi discorsi che lo stato poi fa leva quando deve colpire dei movimenti, dei collettivi o delle individualità in lotta. Avallare questo tipo di discorsi e dissociarsi preventivamente da eventuali azioni che possano essere messe in atto durante un corteo significa quindi fare il gioco del potere e generare i presupposti per pratiche come la delazione.

Nella pratica: come dovrebbe comportarsi -⁠ secondo i gruppi antispecisti che hanno sottoscritto questo comunicato -⁠ “l’attivista antispecista
responsabile” durante un corteo? Munirsi di smartphone e riprendere chi fa scritte o danneggiamenti? Interporsi fisicamente tra chi sta spaccando delle vetrine? Agevolare la polizia per permettergli di effettuare degli arresti? O comunque, pur non arrivando alla delazione, delegittimare in un successivo momento chi compie questi atti?

E infine: cosa ne pensano i firmatari di questo comunicato di azioni ritenute “violente” come il sabotaggio e le liberazioni di animali, da sempre parte della storia e delle pratiche dei movimenti di liberazione animale e della terra? Tagliare le reti e distruggere le gabbie di animali imprigionati, dare fuoco a un macello o a un centro di ricerca
sono quindi atti da condannare e da cui dissociarsi?

Distruggere la vetrina di una macelleria o di una banca è un modo diretto di ribellarsi ad un’oppressione attaccando gli strumenti del suo dominio. Non deleghiamo né elemosiniamo niente a chi è interessato solo a proteggere i propri profitti, non ci può essere nessuna “convivenza pacifica” con chi mantiene la struttura gerarchica e capitalista che aliena le nostre vite e che sfrutta, devasta e uccide.

_Individualità per la liberazione animale, umana e della terra_

Milano, 29 aprile 2015


Segue la replica di Earth Riot:

Giudicare, sentenziare, condannare: ultimamente è una prassi comune, purtroppo, nell’ambiente antispecista.

Il dialogo viene spesso ridotto allo zero e chi non si trova d’accordo su riflessioni, idee o posizioni di altre realtà preferisce partire all’attacco con diffamazioni e calunnie, senza prendersi la briga di interpellare prima i diretti interessati, o almeno prendersi la responsabilità e avere il buon gusto di firmare i comunicati elargiti.

In questo caso ci stiamo riferendo a una vile mail ricevuta da ignot* in merito al comunicato “Antispecismo in evoluzione” da noi redatto qualche tempo fa, e sottoscritto da altre realtà antispeciste: Antispecisti Pratesi, AANIMO, Agripunk, Antispecis* Libertar* Ferrara, Basta Delfinari.

Intanto, per chi si diverte a puntare il dito in continuazione, vogliamo fare una precisazione che a nostro avviso è totalmente inutile, ma evidentemente c’è qualcun* nell’ambiente che parte prevenuto e ha bisogno di varie sottolineature per mettersi l’anima in pace: antispecismo=antifascismo, chi non dà per scontato questo semplice concetto forse non ha ben chiaro cosa sia l’antispecismo.

Ma, tornando alla mail ricevuta da parte di ignot*, è chiaro che c’è molta confusione, almeno in chi ha scritto, sulla differenza piuttosto marcata tra pacifismo e concetto di nonviolenza.

Tra l’altro noi non ci siamo mai definiti pacifisti, se le polemiche ricevute sono inerenti al nostro, chiamiamolo, secondo nome (Convivenza Pacifica), avrebbero potuto interpellarci prima di sparare a zero e gli avremmo così potuto spiegare che cosa intendiamo con quella sigla, estensione del nostro nome che è anche un gioco di parole.

Convivenza Pacifica non è altro che l’obiettivo da raggiungere, quello che ci prefiggiamo attraverso le lotte che conduciamo, ovvero l’idea che un giorno ogni specie possa convivere in libertà, cancellando ogni tipo di diversità dettata dall’ignoranza, dal profitto o da assurde gerarchie.

Il concetto di nonviolenza non ha nulla a che vedere con il pacifismo, è una modalità d’azione, di espressione, di comunicazione che non vuole escludere le altre modalità di lotta, ma semmai integrarle, fornendo una nuova visione di attivismo, ma che non si è mai permesso di condannare le altre.

E anche su questo aspetto siamo nuovamente costretti a dare spiegazioni in riferimento ai giudizi ricevuti, ma senza che nessun* abbia interpellato personalmente e direttamente le realtà interessate.

Earth Riot, ma ci sentiamo di parlare anche a nome delle altre realtà firmatarie del comunicato, non si è mai dichiarata contraria a liberazioni, sabotaggi, danneggiamenti, non abbiamo mai condannato queste azioni e mai lo faremo, sempre che tali azioni non ledano la vita di terzi.

Infatti le liberazioni, i sabotaggi, i danneggiamenti non sono classificabili come atti di violenza, ma semmai come nonviolenza attiva atta a minare le fondamenta di chi lucra sfruttando animali umani, non umani, o il Pianeta stesso.

Queste azioni diventano violente solo nel caso di ferimento o decesso di terzi, perché non è seminando morte che si otterrà il cambiamento auspicato.

Per quanto riguarda poi l’ignobile accusa che ci è stata fatta di essere delatori delle istituzioni e delle autorità, ci pare veramente inutile dare una risposta ad una calunnia talmente squallida, elargita senza alcuna ragione da chi, ripetiamo, non si è neanche preso la briga di conoscere meglio le realtà che hanno sottoscritto il comunicato, sputandogli addosso le proprie vili sentenze.

A detta di chi ci ha scritto tale mail, ogni persona che al corteo #noexpo dovesse mai permettersi di fare una fotografia potrebbe essere etichettata come “delatore di istituzioni e autorità”.

Ieri sera, quando abbiamo ricevuto la mail in questione, avevamo deciso di non fornire una nostra replica fino a dopo il corteo del 1° maggio, non ci sembrava giusto alimentare polemiche alla vigilia di un evento così importante, come ci pare poco intelligente disperdere energie, tempo e attenzione su quello che conta davvero: contribuire ad una manifestazione comunicativa, che possa fornire alle persone le informazioni necessarie allo scopo di aprire gli occhi e compiere nuove riflessioni.

Al cospetto però di tali calunnie che diffamano l’impegno, il sacrificio e il lavoro svolto ogni giorno da persone che dedicano la propria vita a perseguire la liberazione umana, animale e della Terra, non potevamo aspettare passivamente senza rispedire al mittente ogni malignità espressa non solo nei nostri confronti, ma verso realtà a noi affini e di riflesso a tutte quelle persone che sostengono e diffondono il lavoro e il pensiero che portiamo avanti.

A chi ci ha scritto questa mail vogliamo solo dire che se ancora non vi fosse chiaro il concetto di nonviolenza, il fatto appena accaduto dovrebbe aiutarvi a capire che cosa intendiamo, perché la vostra mail non è altro che un atto di violenza morale e comunicativa.

Detto questo, ora vogliamo concentrarci unicamente sul corteo #noexpo di domani, rilanciando la nostra partecipazione, lasciando le polemiche e le diffamazioni a chi ha il privilegio di poter perdere tempo in questo modo.

Domani non c’è spazio per le discussioni e le chiacchiere, domani si lotta, per qualcosa che è più grande di chiunque di noi: quegli ideali di uguaglianza e libertà che tanto ci stanno a cuore.


Segue risposta alla replica di Earth Riot:

Ciao,
sono uno dei firmatari del comunicato di risposta al vostro “Antispecismo in evoluzione”.
Ho letto le vostre risposte e noto con dispiacere che non avete fatto la benchè minima autocritica e continuate a difendere un comunicato indifendibile. Con boria e arroganza sostenete che sarebbero stati tutti quelli che vi hanno risposto (circa 10 persone) ad avere “frainteso” il testo anziché voi ad avere espresso decisamente male quello che volevate dire. Le vostre risposte poi sono in totale contraddizione rispetto a quanto dite nel comunicato, per cui mi sembrate un po’ confusi, ma non voglio ripetermi quindi vi attacco sotto la risposta che avevo già inviato ad Antispecisti Pratesi in cui evidenzio tutte le contraddizioni e incoerenze nel vostro discorso*.
Per gran parte delle vostre risposte vi attaccate a questioni secondarie (tipo la firma, ecc.) a cui comunque voglio rispondere più avanti, ma non prima di avere ribadito il punto fondamentale, che per me è questo: anche se avete chiarito il vostro concetto di violenza e nonviolenza (decisamente soggettivo, direi, e in contraddizione con quanto scrivete nel comunicato – in cui parlate di vetrine spaccate), il vostro rimane – a mio avviso – un comunicato di merda, ovvero una DISSOCIAZIONE da eventuali AZIONI VIOLENTE compiute da INFILTRATI durante questo o altri cortei. Tipico linguaggio giornalistico o sbirresco, che crea differenziazioni tra “buoni” e “cattivi” e non fa altro che comodo al potere… di certo non alla lotta. Questo è a mio parere il punto fondamentale della critica, su cui avete allegramente sorvolato.
Due parole poi sulla vostra concezione della violenza. C’è chi di voi si dissocia da azioni “violente” contro oggetti inanimati che non siano obiettivi mirati (quindi la violenza non è solo riferibile a esseri viventi?): faccio fatica a capire questo rispetto per oggetti inanimati, proprietà privata e arredo urbano vario – cassonetti della spazzatura, pensiline dell’autobus, auto private – che mi sembra frutto di una mentalità da bravo cittadino di classe media. Per quanto riguarda la violenza contro esseri senzienti, mi sembra dogmatico e idealista escluderla a priori in ogni situazione, è un atteggiamento distante dalla realtà. Faccio due esempi di attualità: il pacifico popolo curdo avrebbe dovuto resistere all’avanzata dell’Isis con la nonviolenza, oppure hanno fatto bene ad imbracciare le armi e combattere/resistere anche uccidendoli? Non sarebbero forse statx tuttx stupratx, rapitx, schiavizzatx, torturatx, sterminatx se non avessero reagito anche loro con la violenza? E poi, chi ha gambizzato con un colpo di pistola un noto ingegnere del nucleare, ha fatto qualcosa di anche solo paragonabile alle migliaia di morti provocati da quest’uomo con le centrali nucleari che ha costruito?

Queste per me sono le questioni fondamentali, la dissociazione e la concezione dogmatica della violenza, il resto mi sembrano questioni secondarie che però occupano gran parte delle vostre risposte:
-la firma. Come abbiamo già spiegato ai pratesi, non volevamo restare anonimi, semplicemente non siamo un gruppo e quindi ci siamo firmati come individualità, alcuni di noi sono parte del gruppo La Lepre, altri no. Non vedo cosa cambi, in ogni caso, visto che tanto non ci conosciamo.
-dibattiti via internet e comunicati. C’è poco da lamentarsi che vi si venga risposto via comunicato pubblico e che i dibattiti si svolgano su internet, anche noi deploriamo queste cose e preferiremmo un confronto faccia a faccia, ma visto che voi per primi avete pubblicato un comunicato del genere su internet è troppo facile poi lamentarsi se ricevete una risposta (anch’essa pubblica).
-scadete nel vittimismo e cercate di ribaltare la frittata (di ceci) accusando noi di avervi diffamato, calunniato, di avervi dato dei delatori ecc. Rileggete bene il nostro testo. Non vi accusiamo di nulla, vi poniamo delle domande (provocatorie, certo) che chiedono conto di come, nella pratica, intendete declinare questa vostra opposizione ad azioni violente durante i cortei, a parte scrivere un comunicato. Visto che si presume una coerenza tra teoria e prassi, immagino che se avete di questi principi siate disposti a difenderli anche nella pratica, quindi vi chiedevamo come questo si declinasse: facendo foto, impedendo le azioni, ecc.? Tra le possibilità vi è anche la delazione, non vedo perchè escluderla visto che non vi conosciamo e altri gruppi politici (disobbedienti, autonomi ecc.) la mettono in pratica spesso in cortei e altre occasioni. Ripeto, non si trattava di accuse, ma di domande, a cui tra l’altro avete evitato di rispondere. Come si traduce nella pratica questa vostra dissociazione da azioni da voi ritenute violente? Allo stesso modo, erano domande anche quelle che chiedevano cosa ne pensate di azioni dirette per la liberazione animale, sabotaggi, ecc.
-non vedo cosa c’entri ribadire il fatto che siete antifascisti, antisessisti, antirazzisti, anti-omofobia. quante cose importanti fate per l’attivismo ecc. Anche noi portiamo avanti queste cose ma non c’entra niente con le questioni di cui stiamo parlando.

Immagino che il corteo di ieri non vi sia piaciuto, personalmente penso che dopo anni di “informazione pulita” su Expo era anche ora di incazzarsi un po’ – sicuramente è passata in maniera chiara l’informazione che c’è gente che si oppone fermamente ad Expo… Poi i giornali scrivono come al solito le loro merdate e questo non stupisce.

Spero di non avere dimenticato nulla, per me possiamo anche chiudere qui e ognunx riflettere per conto suo, ma ovviamente sono anche aperto a ulteriori confronti.

Ciao

A.

Questa voce è stata pubblicata in La terra trama.. e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.