Poco prima delle nevicate che finalmente sono tornate ad imbiancare i monti della Valle di Susa ci siamo recati a cercare due rocce incise -due delle infinite- situate sul versante esposto a Sud del Rocciamelone.
In una giornata insolitamente calda per essere Novembre ci avventuriamo su un irto sentiero il cui attacco non è così evidente e che si dipana fra belle piante di Ginepro coccolone e Roverelle, dopo una bella salita a tratti aerea, poco oltre il bordo sinistro del sentiero individuiamo la prima pietra, esposta a sud est, riporta alcune incisioni stilizzate di alberi molto belle, sulla destra delle stesse invece è presente una figura antropomorfa che brandisce verosimilmente una spada, al fianco si individua anche quello che probabilmente è un fodero. Sono presenti anche alcune croci che con tutta probabilità sono state incise successivamente, come a disinnestare la carica pagana della pietra.
Procedendo sul sentiero attraversiamo i boschi tormentati dallo spaventoso incendio del 2018, il sole picchia.
Finalmente giungiamo alla pietra vera protagonista dell’escursione, nei pressi di un rado bosco di querce, in un pianoretto, si trova una roccia piatta che accoglie numerose incisioni evidentemente di varia datazione, quelle più interessanti sono alcune coppelle e coppelle con canalette, si pensa infatti che la pietra fosse una sorta di altare druidico.
Una coppella con canaletta attira la mia attenzione, mi rendo conto che indicativamente la linea canaletta/coppella è indirizzata verso il monte Musiné, non si vede ma la direzione è quella, decido quindi di controllare l’orientamento con la bussola e mi accorgo sorprendentemente di come la linea sia quasi perfettamente orientata sull’asse Est/Ovest, non può essere un caso.
L’orientamento dell’incisione che poi è il medesimo della vallata, unito alle indicazioni della piccola quercia cresciuta nelle adiacenze della pietra formano, all’occhio di chi sa cosa guardare, una sorta di rosa dei venti naturale infatti se l’asse dell’incisione indica l’est e l’Ovest i rami della piccola quercia, solitaria quindi affidabile, indicano il sud infatti negli alberi isolati è facile osservare il fenomeno che vuole le propagini esposte appunto a sud crescere praticamente orizzontali come a protendersi verso il sole e quelle esposte a nord svilupparsi in altezza in cerca anch’essi della luce solare, i rami sono il nostro ago di una sorta di bussola solare.
Una volta scattate le foto e consumato un veloce pasto ripartiamo, la strada del ritorno è lunga e nel tragitto incontriamo altre incisioni minori. Il sole comincia a calare e contestualmente si alza un vento fortissimo che quasi impedisce di stare in piedi, fortunatamente la via di ritorno non presenta tratti esposti o pericolosi, il giorno muore, noi siamo soddisfatti.