Il Cardo Mariano (Silybum marianum) E’ una pianta che cresce in quasi tutta Italia, soprattutto nel centro-sud ma è presente in alcuni casi anche sulle Alpi, come tutti i cardi predilige gli incolti, i margini dei sentieri, le macerie. Cresce fra 0 e 1000 mt e quindi potremo incontrarlo sovente, generalmente si sviluppa in estate ma inserisco la scheda di questo periodo (ottobre) perché nel mio orto è spuntato nuovamente in questi giorni.
Questo cardo è una pianta dagli svariati utilizzi, sia mangerecci che curativi nonché pionieristici.
La foglia è molto caratteristica grazie alle sue venature color latte (gli anglosassoni lo chiamano anche milk thistle), di un verde bello vivo si presenta lucida e orlata di spine più o meno grandi e coriacee a seconda delle fasi di crescita; come tutti i cardi può svilupparsi molto in larghezza ed altezza, risultando così un’ottima risorsa outdoor, le foglie adulte infatti saranno molto grandi dall’andamento tormentato, occhio alle spine.
Il fiore è un rosa/violetto brillante sotto cui crescera’ una “Palla” spinosa che ricordera’ davvero un piccolo carciofo che con il tempo sviluppera’ delle foglie pungenti; “sbucciando” questa parte, prima della fioritura, potremo ricavare una sorta di cuor di carciofo.
Uso alimentare:
si può consumare in quasi tutti i suoi stadi di crescita, personalmente preferisco raccogliere le foglie giovani per poi ripassarle in padella; se la foglia è molto precoce infatti le spine non saranno molto sviluppate e la cottura le ammorbidira’ tanto da poterle mangiare, se lo sviluppo della pianta fosse invece più avanzato si dovranno rimuovere le spine marginali e potremo consumarla sia cotta che cruda in insalata.
Anche il cuore del fusto dei cardi è commestibile ma la preparazione richiedera’ un’accurata pulitura dalla scorza esterna che è spessa, coriacea e fibrosa e necessitera’ quindi di tempo. Una volta recuperato il cuore del fusto potremo ripassarlo in padella, lessarlo, usarlo in una zuppa d’erbe.
Il fiore prima della fioritura, come accennato, potra’ essere sbucciato a mò di carciofo e mangiato crudo o cotto, con questo procedimento non recupereremo tanto nutrimento e quindi il gioco generalmente non varra’ la candela.
La radice si può bollire.
Uso curativo:
I semi del cardo mariano sono molto utili nelle fasi di depurazione del fegato e potranno’quindi essere utili in caso di intossicazione usandoli in decotto che andra’ ovviamente poi bevuto.
Uso pionieristico:
Il fiore secco, pronto per diffondere i propri semi sviluppera’ una sorta di lanugine bianca (sono i paracadute dei semi che verranno trasportati così dal vento) molto infiammabile, utile come esca, così come lo sara’ il “sughero” presente all’interno del fusto secco.
Attenzione, l’uso eccessivo o prolungato, in ambito alimentare o fitoterapico, potrebbe avere effetto lassativo e altri effetti collaterali come mal di testa o irritazione.