Bioparchi e fattorie didattiche: la crudeltà degli zoo cambia nome ma non sostanza

Dalla trasmissione “Liberation Front” di Radio Blackout 9dc235b6d75ab1de99f7c10dd4631f4f-300x293

Nella puntata di martedì 17 marzo abbiamo parlato di uno dei luoghi simbolo dello sfruttamento dell’umano sull’animale: lo zoo e le sue recenti modificazioni. A partire dai nuovi termini con cui è d’uso chiamarlo (bioparco, giardino zoologico, ecc), abbiamo riflettuto su quanto poco effettivamente ne sia cambiata la sostanza, mantenendo la propria peculiarità di luogo di detenzione e crudeltà, di “espositore” di animali non umani a servizio dei paganti spettatori. Come spesso accade, si cambia nome per cambiare l’immaginario che si cela dietro a certi termini.

Un ottimo esempio è quello del progetto in cantiere della fattoria didattica all’ex zoo del parco Michelotti: attenzione, non più uno zoo con animali esotici (così era stato promesso al momento della sua chiusura), ma un nuovo tipo di galera per animali che valgono molto meno, ovvero animali da fattoria. Ad aggiungersi alla beffa vi è pure la finalità didattica, secondo cui il luogo potrà essere visitato da scolaresche, bambini e turisti che vogliono imparare di più su questo tipo di attività. Ebbene lo sfruttamento diventa educativo e le atrocità intrinsche alla produzione di carne, latte, uova e derivati vengono nuovamente nascoste agli occhi dei visitatori.

Un argomento molto vasto, che sicuramente non si limiterà a questa puntata, ma che riprenderemo presto anche per nuovi aggiornamenti. Nel frattempo, potete ascoltarvi l’audio qui sotto.

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