Bibliografia boschiva, in itinere…

Quando si parla dell’andar per boschi, spesso, i riferimenti virano tutti su tecniche e materiali, meno sovente su tutto ciò che però fa sì che ognuno di noi crei il suo mondo boschivo interiore, che poi fatalmente informa la percezione di ciò che ci troviamo a rimirare, una Betulla non è la stessa Betulla per ogni osservatore, ma quel dato albero acquisirà una sua epica in base al portato ideale del guardante: le sue mitologie, le sue ideologie, la sua estetica ne tracceranno il senso profondo, inesorabilmente individuale, sempre sì contenuto entro i confini fisici della pianta fatta di corteccia lattea segnata da scure cicatrici, ma idealmente -e fattivamente- mediato dalla nostra percezione/apercezione in un circolo infinito che finisce per trasformare ogni cosa osservata nella nostra cosa. Una Betulla non è solo una Betulla o non è solo la Betulla.

Un bosco, una montagna, al di là del loro esserci, della loro fisicità biochimica, rappresentano, per il navigatore di foresta, qualcosa di più della semplice somma di atomi o della stessa varietà di panorami e di elementi che questi panorami creano. Il bosco è sempre, e per buona parte, bosco interiore e questo bosco è modellato da quella che viene chiamata, e assumiamo nella più ampia accezione il termine, cultura, fatta di parole, sensazioni, fogli scritti.

Voglio quindi, in questa nuova sezione del blog, presentare una parte importante della mia Weltanschauung boschiva (e non solo) legata alle letture che hanno informato ed informano il mio modo di intendere l’andar per selve.

Consigli di lettura? Forse, non proprio. Presenterò soltanto i libri che hanno avuto un ruolo nella creazione del mio immaginario boschivo, anche là dove il bosco è presente incidentalmente o non lo è affatto ma che comunque hanno contribuito a formare la mia visione del “marinaio di foresta”.

Non ordinerò i testi per tema o genere, ma per comodità a seguito di titolo ed autore inserirò tra parentesi se si tratta di un manuale tecnico, un romanzo, un racconto di viaggio o quant’altro. Benvenuti/e (in una parte della) mia biblioteca, qualora si presentassero più titoli del medesimo autore, questi verrà segnalato solo riguardo il primo testo in lista, gli altri, di seguito, non avranno l’autore citato. Ovviamente il testo è in itinere…

– Il manuale del trapper di Andrea Mercanti,Tea (manuale) – Il manuale del trapper (ora finalmente riedito da Lunasia edizioni, ha rappresentato e rappresenta per molti una sorta di libro mastro dell’andar per boschi; edito negli anni 70’ in molti suoi aspetti risente dell’età ma rimane comunque un ottimo manuale sul quale apprendere non solo utili tecniche boschive, ma anche per aprire l’orizzonte del lettore verso la varietà di risorse che l’ambiente selvatico può offrire e verso l’ingegnosità di chi il selvatico frequenta.


– Da Mazas a Gerusalemme di Zo D’Axa, Gratis edizioni (racconto di viaggio) – Zo D’Axa, al secolo Alphonse Gallaud de la Pérouse (1864-1930) è stato…è assai difficile definire una personalità così sfaccettata e rifuggente ogni definizione che tentasse di imbrigliarlo…per semplificare, e non gli faccio certo buon servizio, posso dire che è stato un giornalista, avventuriero, editore, rivoluzionario anarchico, viveur, esteta, ecc…, ma tutto ciò non lo rappresenta o lo fa solo in minima parte. Fondatore delle riviste En Dehors -per merito della quale finì nella prigione parigina di Mazas- e la Feuille. Da mazas a Gerusalemme racconta le peripezie del nostro, che uscito dal carcere parigino di Mazas si avvia a piedi verso Gerusalemme attraversando l’Europa del 1895 sino ad arrivare alla sua meta dove…verrà nuovamente arrestato. Non un romanzo ma la storia e le avventure di un intellettuale “Al di fuori” da ogni pastoia identificativa.


Orienteering, elementi di orientamento e topografia per escursioni, alpinismo, trekking, survival, soft air e corsa di orientamento di Enrico maddalena, Oepli (Manuale)Un libro a mio vedere imprescindibile per chi vuol migliorare le proprie nozioni riguardo non solo alla lettura delle carte, ma anche alla loro eventuale redazione, utile per capire come usare la bussola e a cosa servono tutti quei “geroglifici” sulle mappe. Oltre alla teoria il libro offre la possibilità, per ogni argomento, di svolgere esercizi mirati. In allegato al libro troveremo un goniometro, un coordinometro, degli scalimetri e due carte sui quali svolgere gli esercizi, oltre un CD-ROM.


Mai gridare al lupo di Farley Mowat, Petrini editore (Racconto di viaggio/romanzo) – La storia avventurosa (e a tratti romanzata) dell’autore, ai tempi giovane biologo inviato dal governo canadese al fine di scoprire il perché della decimazione della popolazione di Caribù nel nord del paese, il responsabile presumibilmente individuato dalle autorità era il Lupo (come spesso accade…) ma Mowat scoprirà che le cose non stavano propriamente così.

L’autore passerà, imparando a sopravvivere, varii mesi nelle terre inospitali del nord, da solo, e stringerà rapporti con l’ambiente, la fauna e un nativo. Letto in tenera età questo libro ha alcune responsabilità riguardo la mia passione per il selvatico.


– L’antica arte di trovare la strada di Tristan Gooley, Vallardi (Manuale) – Un manuale, ma anche un po’ romanzo, sulla navigazione naturale, un testo scorrevole ed appassionato sull’orientamento tradizionale senza strumenti scritto da uno dei massimi esponenti di questa arte, stelle, venti, rami, pozzanghere, ogni elemento naturale può darci indicazioni, sapendone decifrare i segni, sulla direzione da tenere, non solo nei boschi…qui una recensione più approfondita: https://puckdeiboschi.noblogs.org/consigli-di-lettura-lantica-arte-di-trovare-la-strada/

Sentieri stellari e cammini selvaggi Libreria geografica (Manuale) – Ancora il buon Gooley, ancora navigazione naturale, ma non solo, n questo testo si esplora il corpus di elementi dei quali un navigatore di foresta dovrebbe imparare a tener conto, nel libro ben si esplica come tutto, in ambito naturale, sia correlato e come anche noi, prendendosi il tempo per riappropriarci -per quanto possibile- del nostro essere animali fra gli animali.


– Norwegian Wood, il metodo scandinavo di tagliare, accatastare e scaldarsi con la legna di Lars Mytting, UTET (Manuale/racconto) – Non proprio un manuale e non proprio un racconto, ma sicuramente una piacevole lettura, che parla del metodo norvegese di trattare l’universo legna dal taglio, al processamento, sino all’accatastamento e la combustione. Una lettura scorrevole ed accattivante che fa venir voglia di impugnare la scure ed andarsi a scaldare per la prima delle tre volte…Qui una recensione più approfondita: https://puckdeiboschi.noblogs.org/consigli-di-lettura-norwegian-wood-il-metodo-scandinavo-di-tagliare-accatastare-e-scaldarsi-con-la-legna/


 

– La mia prima estate sulla Sierra di John Muir, Vivalda (Racconto di viaggio) – Per chi non lo sapesse, a Muir si deve l’idea dei parchi nazionali, detto ciò: “La mia prima estate sulla Sierra” di John Muir è un sia classico della letteratura di viaggio romantica, sia un classico della letteratura sulla wilderness di stampo anglosassone; pur essendo un autore americano e trattando il libro dei paesaggi americani, nello specifico californiani, tutto il libro è impregnato di un lirismo simbolista che ci ricorda, a tratti, alcuni quadri preraffaelliti, non a caso Muir era di origini scozzesi ed in Scozia aveva passato buona parte dell’infanzia. Qui una recensione più approfondita: https://puckdeiboschi.noblogs.org/consigli-di-lettura-la-mia-prima-estate-sulla-sierra-di-john-muir/


 

– Le antiche vie, un elogio del camminare di Robert Macfarlane, Giulio Einaudi editore (Racconto di viaggio) – McFarlane crea una geografia metafisica nella quale l’individuo è attraversato e solcato da tracce e sentieri che ne delineano l’essere e l’esserci in un continuo dialogo interiore tra arcipelaghi più o meno coscienti, discorso rivolto al in sé in dialogo e scambio costante con il fuori di sé dove lo spazio fisico attraversato contemporaneamente attraversa esso stesso il viandante in una modificazione costante e dialogica fra le geografie naturali e quelle del interiori. Qui una recensione più approfondita: https://puckdeiboschi.noblogs.org/le-antiche-vie-un-elogio-del-camminare-di-robert-macfarlane/

– Luoghi selvaggi. In viaggio a piedi tra isole, vette, brughiere e foreste di Robert Macfarlane, Giulio Einaudi editore (Racconto di viaggio) – Un viaggio, del corpo e della mente, alla cerca dei luoghi selvaggi che tenacemente esistono e resistono.


– Manuale pratico di sopravvivenza. Scienza e tecnica del survival di Ray Mears, Gremese editore (Manuale) – Purtroppo l’unico testo di Ray Mears, che io sappia, tradotto in italiano, un utile manuale per approcciare al mondo del Bushcraft attraverso le tecniche e le idee sperimentate in anni di permanenza nel selvatico dal buon Ray. Il titolo non rispecchia bene il contenuto del libro perché in esso si tratta ben più, come detto, di Bushcraft piuttosto che di survivalismo, due ambiti in parte imparentati ma ben differenti nell’idea e nell’approccio al selvatico. “Non sfidare la natura, sfidare stesso/a”.


Nelle foreste siberiane di Sylvain Tesson, Sellerio (Racconto di viaggio) – Un libro assai buono, che mi fa passare sopra l’antipatia che ho per il personaggio ma che dire, sa scrivere e questo libro è un bel racconto di come l’autore decida di abbandonare Parigi e tutte le sue abitudini ed affetti per immergersi in sei mesi di vita selvaggia nelle terre siberiane dove avrà come compagnia solo sé stesso (e questo è sempre un rischio), carta e penna, le sue abitudini e qualche sporadica visita dei “vicini” e le sue routines quotidiane. In questo testo natura esteriore ed interiore si fondono nelle attese, nelle osservazioni, nelle camminate in un hummus dal quale rinascere uguali ma differenti.


In Patagonia di Bruce Chatwin, Adelphi (Racconto di viaggio) – Chatwin è stato probabilmente l’esploratore/scrittore che più ha influenzato i suoi colleghi delle generazioni successive, In Patagonia è forse il suo libro più conosciuto e narra, con uno stile avvincente e coinvolgente, il suo viaggio alla scoperta della regione Argentina, ricca di storie, leggende e personaggi incontrati mentre ricerca tutt’altro, i segni di un parente navigatore, le tracce di un animale preistorico. Un libro che è un innamoramento costante, pagina dopo pagina.

– Le vie dei Canti di Bruce Chatwin, Adelphi (racconto di viaggio) – questa volta chatwin ci porta in australia, fra i nativi e le loro affascinati mitologie, al fine di rispondere ad una domanda che ha segnaton l’autore sino alla fine: “Perché gli uomini invece di stare fermi se ne vanno da un posto all’altro?”» Quel che ne esce è un quadro affascinante sia del mondo interiore dell’autore che di una culura, quella nativa australiana, che si pone su un piano totalmente altro rispetto alle tradizioni occidentali; una cultura che vede il mondo generato e sostenuto dal canto, cosa di più poetico?

Anatomia dell’irrequietezza di Bruce Chatwin, Adelphi (weltanschauung dell’autore) – Opera postuma di Chatwin, da lui ritenuta impubblicabile per la sua non-forma, una raccolta di pensieri sul nomadismo come forma di cultura ed esistenza, sul senso del muoversi, dello scoprire e dello scoprirsi e poi ritratti, considerazioni. “Casa è ovunque possa appendere il cappello”.


– Fire, il metodo universale per accendere, alimentare e scaldarsi con il fuoco di Daniel Hume, Piemme (Manuale/racconto) – Ho inserito impropriamente questo libro fra i manuali, ma manuale non è, almeno nell’accezione propria del termine; Hume da si indicazioni su varie tecniche di accensione, ma non nella misura nella quale ci si aspetterebbe da un testo tecnico; nel libro il fuoco è il protagonista, l’autore gli gira attorno regalando suggestioni, leggende, credenze, ri-tessendo la fitta trama che lega l’esistenza del Sapiens alla più primordiale delle sue scoperte. Un libro interessante per chi volesse andare oltre la pura tecnica.


– La Storia dell’alpinismo di Giampiero Motti, Vivalda editore (Storia) – Giampiero Motti è forse stato il maggior intellettuale di montagna o meglio, un intellettuale tout court prestato a rocce e guglie; in questo corposo testo sarebbe sbagliato cercare una cronaca degli avvenimenti alpinistici a partire dalla prima salita del Bianco, si tratta piuttosto di un testo che attraverso le vite degli alpinisti, più che delle loro imprese, tenta di ricostruire cosa spinge “i conquistatori dell’inutile” a salire le montagne. Motti interroga i modi e le motivazioni, sempre personali, degli alpinisti inseriti nel testo al fine di comprendere il mistero dell’andar per pareti e vette. Un libro imprescindibile anche per chi non si interessasse di alpinismo.


Guida ai nodi, nautica, pesca, campeggio, alpinismo di Mario Bigon e Guido Regazzoni, Oscar illustrati Mondadori (Manuale) – Il libro che mi ha fatto innamorare dei nodi, regalatomi alla sua uscita o poco doipo e che da allora non ha smesso di affascinarmi, un testo chiaro con ottime foto ed una pletora di nodi assai utili per le attività boschive.


Tecniche di sopravvivenza di Brian Hildereth, Longanesi (Manuale) – Acquistato usato si tratta di un testo uscito nel ‘79, l’ho poreso più per collezione che per altro, per certi versi somigliante al manuale del trapper ha però qualche interessante nozione non presente sul libro di Mercanti. Interessanti gli spunti sulla psicologia della sopravvivenza.


– Walden, ovvero vita nei boschi di Henry David Thoreau, Rizzoli (Racconto di viaggio/ weltanschauung) – Un testo che non ha bisogno di presentazioni, scritto nella natura, sulla natura e sul rapporto dell’individuo con essa, su come si possa essere artefici della propria esistenza al di là dalla materialità che la società ci impone.


– La vocazione del perdersi, piccolo saggio su come le vie trovano i viandanti di Franco Michieli, Ediciclo (Racconto di viaggio)Filosofia del viaggio, del perdersi, navigazione naturale, spiritualità, in questo testo Michieli ci giuida in un paesaggio che è per prima cosa interiore, un libro di stampo anglosassone con venature (certe volte troppo) mistiche.


– E’ buio sul ghiaccio di Hermann Buhl, Corbaccio (racconto di viaggio) – Uno dei più grandi alpinisti di tutti i tempi ci racconta l’esperienza avventurosa della prima salita in solitaria del Nanga Parbat del 1953, una scrittura appassionata e coinvolgente.


– L’unico e la sua proprietà di Max Stirner, Adelphi (Filosofia) – Che c’entra Stirner, filosofo dell’individualità, con le pratiche boschive? Assai. E’ assolutamente, assieme a Verso il nulla creatore di Renzo Novatore, che a Stirner deve assai, il mio libro di formazione che ha influenzato parecchio anche il mio rapporto con il selvatico. Lettura impegnativa ma assai soddisfacente.


In aggiornamento…

Questa voce è stata pubblicata in Bibliografia boschiva e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *