In un’epoca dove ogni cosa viene venduta per “migliorare la qualità della vita”, dove ogni azione è spacciata per il bene dell’umanità e della terra tutta, nell’età delle smart cities e degli immancabili smart borders, la tecnologia bio, nano e biometrica fa sempre più affari e sempre più ne farà. Sicurezza e comodità, per il nostro bene, ovviamente.
L’allevamento umano è ormai decisamente troppo vasto da gestire, i recinti si fan stretti, le guerre di un tempo non son più redditizie, anche i virus dan da pensare; tocca mettere sempre più ordine e soprattutto saperlo vendere bene, ancor meglio se è il popolo a chiederlo.
Biometria: governi, sicurezza e difesa, banche e finanza, salute, commercio, utilizzo residenziale, trasporti, un giro di milioni di milioni senza esclusione di continenti e finanziamenti a go-go per acquisire sempre più dati, memorizzarli, con tecnologie sempre più raffinate e… secondo la scienza, meno invasive. Da Alphonse Bertillon di strada se ne è fatta, anche nella testa della gente abbagliata e stordita dalla tecnologia benevola.
Impronte digtali, dna, geometria della mano e del volto, conformazione della retina e dell’iride, timbro e tonalità di voce, mappatura delle vene della mano e delle vene oculari. Algoritmi, pezzi di corpi ammassati in data bases, per un controllo totale. Sempre più totale.
Qui un’estratto della puntata, ma ne riparleremo presto.