L’amaranto comune (Amarantus retroflexus) è, come dice il nome una pianta molto comune nei prati, sui terreni ghiaiosi, sui greti dei fiumi, nei…ovunque! E’ un’invasiva particolarmente invisa a chiunque abbia un’orto e viene sovente estirpata con risultati nulli.
Come pianta è originaria delle americhe ma ormai è endemica anche da noi e cresce come detto quasi ovunque fino circa ai 1000 mt di altitudine.
La pianta può raggiungere un’altezza che a seconda delle zone può variare dai 10 cm a ben oltre il metro.
Le foglie dell’amaranto hanno una forma di ellisse “appuntita” ed in certi casi quasi a punta di freccia.
Il fiore è piuttosto caratteristico, una pannocchia che va dal verde chiaro al giallo/verdino che nel momento della maturazione dei semi tende ad “aflosciarsi” (da qui il nome di retroflesso).
Dell’amaranto non si butta via nulla o quasi e si può utilizzare da Giugno ad Ottobre inoltrato, contiene vitamina A e C.
In insalata si possono mangiare i giovani germogli che hanno forma di piccole eliche a due foglioline lunghe; una volta che le piante sono cresciute si possono mangiare le foglie utilizzandole come gli spinaci, sono ottime e contengono molto ferro.
Lo stelo (prima della fioritura) può essere consumato a mò di asparago (se la dimensione lo permette).
Le foglie della pianta fiorita acquistano una punta di amaro più o meno spiccato, a seconda delle zone di raccolta.
Quando i fiori sono maturi (si capisce perché la pannocchia si mostra con alcune parti secche e se è abbastanza grande, con la punta in flessione) si possono raccogliere i semi che sono molto nutrienti (uno dei super food tanto di moda fra i frequentatori di erboristerie e bio-shops), il lavoro è piuttosto ingrato soprattutto in escursione ma con un po di pazienza si possono raccogliere setacciandoli magari con un pezzo di zanzariera (se non ha una trama troppo fine) e cucinarli alla creola, il risultato sarà un polentino a grana grossa che una volta freddato potrà essere trasportato facilmente visto che acquisirà una bella consistenza quasi da tagliarsi con il coltello.
Si può consumare anche la radice (dal caratteristico colore rossastro) ma personalmente non l’ho mai provata e quindi non ho suggerimenti.
Piccola nota storica:
L’amaranto era già apprezzato dai nativi americani. I Cherokee usavano l’amaranto comune come erba cerimoniale religiosa, come astringente per un ciclo femminile troppo abbondante e medicamento ginecologico, i Keres gli riconoscevano proprietà curative per l’apparato gastrointestinale, i Mohegan ne facevano un infuso per il mal di gola. I Navajo ne ricavavano pane e dolci.
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