arrampicata Multipitch: Caprie – Via della parete nera

fuoritraccialogodaapplicareGiusto qualche giorno prima delle nevicate di questi giorni siamo riusciti a farci un paio di uscite d’arrampicata, in quattro giorni quindi ci siamo sparati un paio di vie classiche della bassa valle di Susa.

Sabato 20 Febbraio, in una bella giornata primaverile da 17 gradi che non lasciava certo presagire i 50cm di neve che sono caduti negli ultimi giorni del mese ci siamo recati a Caprie direzione Rocca Nera, con l’intento di salire la via della parete nera, classica via aperta nel lontano 1980 da Manera/meneghin.

La giornata comincia invero storta, arrivati al parcheggio nei pressi del sentiero che ci avrebbe portato alla base della parete, con il sole che ci scalda e coccola, noto subito altri due arrampicatori intenti a preparare il materiale…li osservo…noto qualcosa…ecco che un profluvio di accidenti e bestemmie erompono come lava dalla mia bocca, uno dei due arrampicatori mi guarda sornione, il mio socio non capisce, l’altro invece pare avermi letto nel pensiero, accenna un sorriso e con bonaria sicurezza mi chiede: “l’imbragatura?” Il socio mi guarda, annuisco continuando a bestemmiare…fortunatamente però eravamo a meno di 15 minuti da casa sua e quindi balziamo in macchina, giusto il tempo di arrivare sotto casa che la sua compagna ci lancia dal terrazzo il suo imbrago, ripartiamo immediatamente e, dopo una ventina di minuti di sentiero ci troviamo alla base della parete. Poco prima di attaccare il primo tiro sentiamo delle voci che si avvicinano e proprio mentre il socio sale i primi metri arrivano il veggente ed il suo compagno di cordata, speravamo di essere soli con la parete ed invece ci troveremo in mezzo al traffico, pazienza, la giornata è troppo bella per cedere alla misantropia.

Il primo tiro è un quarto grado utile giusto per riscaldarsi, la roccia è il classico serpentino di Caprie piacevolissimo da arrampicare. Saliamo in fretta e a questo punto tocca a me affrontare il secondo tiro di quinto, anche questo semplice ma veramente bello da salire, la chiodatura è ben fatta e abbastanza lunga, utile per allenare se non il fisico, almeno la testa. La sosta di questo tiro è piuttosto scomoda, mentre recupero il socio mi accorgo che sta arrivando anche l’altra cordata, evidentemente partita poco dopo di noi.

Siamo al terzo tiro, quello di 6A che ad occhio pare congeniale alle caratteristiche del mio socio, salendo lungo spigoli e fessure con qualche passaggio fisico, solo la linea di salita non pare troppo chiara, si vedono pochi moschettonaggi, dovrà sudarsela un po…dopo le prime due o tre rinviate ecco che arriva in sosta anche il veggente, ci mettiamo a chiacchierare e dopo poco l’immancabile domanda: “ ma tu non sei Piemontese, sei toscano, di dove?” Rispondo e con meraviglia scopro che l’indagatore dell’occulto allongiato al mio fianco, pur lombardo trapiantato in Piemonte ha passato tutte le estati dell’infanzia in un paesino sopra la mia città natale…ci mettiamo a conversare amabilmente di appennino mentre il mio socio bestemmiando fatica ad individuare la giusta linea, da sotto tentiamo di intuire la giusta direzione, che sembra proprio quella presa da A. ed infatti poco dopo riesce a passare il punto più critico della lunghezza e a giungere velocemente in catena.

Saluto il mio ospite di sosta e mi avvio ad affrontare la linea, che effettivamente pur non presentando passaggi troppo esosi ha la caratteristica di avere tutti i moschettonaggi “nascosti” dietro spigoletti, cengette, diedrini…insomma ora capisco, salire da primo dev’essere stata una bella caccia al tesoro, se poi si considera che la chiodatura è sempre lunghetta beh, proprio un bel tiruccio.

traverso

Foto recuperata in rete del traverso sotto il tettone

Eccomi ad attaccare il quarto tiro, il più estetico, un bel traverso sotto un tettone, se solo non avessi lasciato la macchinetta fotografica nello zaino ai piedi della parete…pazienza…Parto e affronto l’attacco di 6A, giusto 3 o 4 movimenti per trovarmi poi sul semplice traverso di quarto. In breve sono in sosta, A. mi raggiunge e parte quasi subito, il quinto tiro scorre veloce e senza intoppi, siamo in cima!

A questo punto le scelte per tornare agli zaini sono due, o sentiero o doppie, optiamo per la seconda ipotesi, c’è solo da trovare l’attacco che dovrebbe essere nelle vicinanze…altra caccia al tesoro, la guida non è chiara, ma dopo circa 10 min. Di ricerche siamo alla sosta, prepariamo le corde e ci accorgiamo che la discesa sarà tutta in ombra ed esposta ad un bel vento, toccasana, si fa per dire, per la mia cervicale. Ci caliamo velocemente, consiglio vivamente di non farsi scappare questa doppia, soprattutto per la bella calata nel vuoto dopo il tettone, uno spettacolo!

Giunti a terra riponiamo velocemente il materiale e ci mettiamo a cercare un posticino al sole per pranzare. Trovato il luogo adatto ci scofaniamo focaccia e frutta, dopodiché via verso casa, soddisfatti per la bella giornata di arrampicata.

Come accennato non ci sono foto causa mia dimenticanza, ma per chi volesse qualche indicazione sulla via copio pari pari dalla guida e recupero qualche immagine in rete:

Via della parete nera, Manera/meneghin – 1980

TD- 6A max / 5 Obbl. 5l. 150M

caprieroccanera caprieroccanerafoto

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