Normalmente non parlo di marche specifiche, non mi piace fare pubblicità, ma in certi casi è complicato parlare d determinati pezzi di attrezzatura senza indicare quelli che secondo noi sono più funzionali alle nostre attività, la differenza ad esempio fra uno scarpone performante ed uno meno può fare la differenza qualora ci trovassimo a dover affrontare una situazione critica.
Qualche mese fa ero in cerca di un paio di scarpe da avvicinamento da alternare agli scarponi e che rispondessero ad alcune esigenze legate sia alle attività che pratico per boschi ed in montagna, sia alle condizioni del mio piede che ancora duole; le caratteristiche fondamentali ricercate erano comodità, grip della suola, possibilità di affrontare tratti di roccia, non in pelle visto che non utilizzo derivati animali da 20 anni.
Dopo un periodo di ricerca la mia attenzione si è focalizzata su un modello specifico della Salewa, le Wildfire hivent. Leggendo in giro queste scarpe avevano la fama di unire una notevole comodità ad un altrettanto notevole grip ma purtroppo poco avevo trovato riguardo al comportamento in parete.
Leggendo le specifiche tecniche dal sito del produttore mi aveva intrigato il sistema di allacciamento quasi fino in punta a guisa di scarpetta da arrampicata, espediente che rende generalmente molto regolabili ed avvolgenti le calzature, in più il particolare sistema di cavetti metallici (sistema 3f) attorno allo scafo del tallone, sempre a detta del produttore, avrebbero reso la scarpa più salda al piede e senza quella spiacevole sensazione del calcagno che si sfila quando la scarpa è caricata in punta.
dopo qualche giorno, complice anche una buona offerta su internet, ho acquistato le scarpe. Una volta arrivate il primo impatto è stato estetico, davvero carine, ma subito dopo lo sguardo è stato attirato dalla forma affusolata ed avvolgente (il che potrebbe rendere queste scarpe poco adatte a piante dei piedi larghe), la punta ben avvolta in gomma spessa da l’idea di poter affrontare con tranquillità la scalata senza rovinarsi eccessivamente.
Appena indossate le sensazioni visive si sono palesate esatte, la scarpa è solida, stabile ed avvolgente, lavorando con l’allacciatura si può passare da un certo comfort da scarpa da tutti i giorni, ad una conformazione da scarpa tecnica ma comunque con un grado di comodità notevole, solo i bordi intorno ai malleoli ed al tendine di Achille sono forse un po rigidi, caratteristica a volte fastidiosa per chi come me ha subito un intervento importante proprio da quelle parti, ma insomma roba da poco rispetto ai pregi riscontrati.
La suola.
Con questo modello 2019 Salewa abbandona Vibram per la nuova suola “pomoca”, il disegno a primo impatto non mi ha fatto impazzire, sono legato alle classiche suole da scarpone e questo ibrido quasi da scarpa urbana m ha fatto tentennare non poco prima dell’acquisto, in punta è presente un’ampia climbing zone.
Sul campo.
Avvicinamento.
Come detto la scarpa è molto comoda ma questo non inficia la performance sui terreni sconnessi, la suola ha un grip notevole sia su terra che su roccia e si comporta piuttosto bene anche sul bagnato.
La suola e la costruzione dello scafo paiono studiate ad oc per garantire una buona flessibilità ed una buona torsione affiancate ad una certa rigidità che dona un ottimo sostegno al piede, camminando su roccette pronunciate non si ha la classica percezione fastidiosa del terreno sottostante che generalmente si ha con questo tipo di scarpe leggere.
In parete.
Mi hanno stupito…non pensavo che un paio di scarpe da avvicinamento potessero offrire anche ottime doti in scalata ma mi sono dovuto ricredere…la suola ha un ottimo grip, la punta è precisa (per essere una scarpa “civile”) e pare avere quel minimo di intersuola che sostiene ottimamente il piede sugli appoggi anche piuttosto piccoli, ho deciso di testare le possibilità di queste calzature in falesia e ho scalato tiri sino al 5b senza avere problemi, ottimo risultato per una scarpa che effettivamente viene dichiarata dalla casa consona ad affrontare le vie classiche, ma un conto sono le parole ed un conto i fatti che in questo caso sono in armonia totale, una volta tornato a terra ho regolato l’allacciatura per tornare ad una conformazione più comoda ed adatta alla camminata.
Dopo qualche settimana di utilizzo sono molto soddisfatto (nonostante non sia un amante delle scarpe da escursionismo basse), restano da testare durata della suola e longevità della scarpa ma ad oggi mi sento di consigliarle a chi come me effettua uscite esplorative che possono prevedere tratti di scalata.
I difetti fondamentali riscontrati in questo modello? L’imbottitura intorno al collo del piede forse troppo rigida (nel mio caso preme proprio sulle cicatrici dell’operazione al piede e da un po fastidio), il tallone della scarpa che non è pensato per eventuali tallonaggi, che d’altronde però sono praticamente inutili su vie classiche…peli in un uovo quasi perfetto insomma.
I pregi li ho ampiamente descritti, aggiungerei che il modello che ho preso è privo di membrana in Goretex, le ho prese così soprattutto perché le voglio utilizzare nelle 4 stagioni e dalle impressioni ricavate in rete pare che la versione Gore scaldi molto; nonostante l’assenza di membrana sottoposte ad una cura di pioggia medio/leggera non hanno fatto passare acqua.
Giudizio finale? Le adoro.