Ebrbe edibili e di utilità: La betulla

Uno dei reperimenti fondamentali in ambiente, qualora ci si trovi in giro per uno o più giorni, con o senza meta, è l’acqua o comunque una fonte d’idratazione; la natura ci offre molte possibilità dai corsi d’acqua stagionali e non -così come lo possono essere alcuni depositi- alla rugiada mattutina e quant’altro ci suggeriscano esperienza e fantasia.

Ma che fare se avessimo bisogno di bere urgentemente e non ci fossero possibilità di reperire acqua in breve tempo? Se fossimo nella zona giusta e nella giusta stagione…un modo per bere ci sarebbe…

ATTENZIONE: le tecniche di raccolta che seguono sono da utilizzarsi solamente in caso di necessità impellente di idratazione, non si gioca con le piante. Nel mio specifico caso ho effettuato le foto durante la nostra raccolta finalizzata alla realizzazione di preparati fitoterapici.

Se ci trovassimo a dover reperire acqua -o per meglio dire una fonte d’idratazione- in una zona boschiva priva di risorse idriche e qualora ne incontrassimo nel nostro incedere le betulle potrebbero darci un’inaspettata mano, a patto di rispettare alcune semplici regole.

Com’è noto la betulla è uno di quegli alberi che in ambito boschivo possono offrire svariate risorse, la sua corteccia è un ottimo combustibile ed un’ottima esca per il fuoco, bruciando anche bagnata, oltretutto può essere facilmente utilizzata per costruire contenitori; il suo legno è facile da lavorare e la fiamma che sprigiona -se bruciato- è molto chiara e fa pochissimo fumo (l’essenza dev’essere in questo caso ovviamente secca) tanto da essere utilizzato in passato dai fornai delle alpi per illuminare l’interno dei forni per controllare lo stato di cottura del pane.

Sul suo tronco (malato) possono crescere i funghi esca.

Un albero dalle mille risorse quindi, che andremo ad esplorare di seguito e che -nella giusta stagione e per un lasso limitato di tempo- può offrirci anche…da bere…infatti la linfa di Betulla è facilmente raccoglibile, è commestibile, e può apportare anche una modesta dose di zuccheri, contiene sali minerali, aminoacidi e anche delle sostanze antinfiammatorie ed antidolorifiche.

Essendo diuretica è da sconsigliarsene l’utilizzo in caso di assunzione di farmaci specifici.

Per raccogliere la linfa di Betulla dovremo mettere in campo alcuni semplici accorgimenti per non lavorare a vuoto e danneggiare l’albero (la Betulla è molto delicata e sensibile all’insorgenza di patologie fungine).

Viste le molte proprietà della pianta questa scheda si dipanerà in almeno due “puntate” e comincerò parlando della raccolta di linfa in ottica d’idratazione dopodiché ci concentreremo sulla corteccia.

USO INTERNO (linfa):

Strumenti utili per la raccolta: attrezzo per foratura (coltello, punta manuale, girabacchino, ecc…), bottiglia o borraccia, tubicino rigido o comporto che permetta di incanalare la linfa, cordino.

Il periodo di raccolta della linfa si situa tra il risveglio vegetativo della pianta a fine inverno (qui da me fra marzo/aprile, anche se quest’anno la stagione impazzita ha fatto si che si potesse raccogliere già a fine febbraio…) e la comparsa delle prime foglie, momento dal quale non sarà più possibile raccogliere.

Dovremo trovare un esemplare di betulla abbastanza grande e concentrarci sul lato del tronco esposto a Sud.

Effettueremo un foro della profondità di circa 3/5 cm, inclinato leggermente verso l’alto e ad un’altezza da terra di almeno un metro sulla faccia del tronco che guarda a sud.

Nel foro effettuato, dal quale già fuoriuscirà la linfa, inseriremo il tubicino sotto il quale porremo la nostra bottiglia/borraccia che legheremo al tronco. Se il periodo scelto per la raccolta e l’esposizione sono giusti in breve tempo reperiremo facilmente una borraccia di liquido.

durante il fissaggio della bottiglia al tronco si è già riempita di 1/4

piena!

Una volta raccolta la linfa che risulterà trasparente e liquida come acqua, con un lontano sentore dolce, dovremo “tappare” letteralmente la nostra amica e quindi prima della foratura ci saremo premurati di reperire da un pollone di Betulla dei legnetti da modellare a guisa di turacciolo che utilizzeremo per chiudere il buco.

Se eseguiremo la procedura con perizia l’albero non soffrirà e il tappo -che rimarrà estraibile nel tempo- ci permetterà di riutilizzare i servigi della pianta anche negli anni a venire, un albero che ho forato anni fa è ad oggi sano come un pesce ed il tappo ancora estraibile.

Betula tappata

ATTENZIONE: la linfa di betulla tende a fermentare in poco tempo quindi la raccolta dovrà essere limitata al quantitativo che ci servirà come idratazione immediata, la sua conservazione -comunque limitata- prevede temperature basse e qualora non si stesse raccogliendo in condizioni ambientali molto fredde non sarà possibile fare scorta.

La fermentazione si nota facilmente visto che il colore passera dal trasparente ad un giallino sempre più intenso, il sapore non cambierà molto ma deperiranno i nutrienti e alla lunga andrà a male.

Nel prossimo capitolo approfondiremo l’uso della corteccia…

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