Come promesso nella nota sulle vipere parliamo ora di zecche. In questi giorni di caldo sarà molto facile incappare nelle attenzioni di questi “simpatici” parassiti e intendiamoci, nella stra grande maggioranza dei casi l’unico incomodo è il dover perdere tempo a togliersele di dosso, solo in rarissimi casi possono subentrare patologie infettive.
La zecca, chi è.
La zecca è un tipo di acaro ematofago, che si nutre di sangue, e può essere veicolo di malattie infettive. Per una questione di spazio non starò ad esemplificare tutte le patologie, basti sapere che dopo il morso è necessario monitorare per almeno un mese e mezzo l’area interessata.
La zecca che interessa maggiormente gli escursionisti, e chiunque frequenti gli ambienti silvestri, è l’ Ixodes ricinus, detta anche zecca dei boschi o zecca degli ungulati.
Questa zecca vive nei boschi sotto i 1200 metri, specialmente nelle aree ben coperte da latifoglie con presenza di arbusti, cespugli e felci, e con elevata umidità atmosferica (per esempio vicino a corsi d’acqua). La presenza nell’ambiente di un buon numero di ungulati (come caprioli, cervi, daini) contribuisce notevolmente ad accrescere la densità delle zecche, poiché questi mammiferi costituiscono per i parassiti la principale fonte di reperimento cibo.
La zecca gradisce come detto i climi caldi, quindi il suo periodo d’azione andrà generalmente da maggio ad agosto, anche se in periodi di temperatura favorevole possono già essere attive in marzo/aprile e fino a settembre inoltrato.
Individuare una zecca prima che decida di attaccarcisi addosso non è decisamente semplice. Di colore che può andare dal nero al rosso scuro la sua dimensione può variare da meno di un millimetro ai 3 millimetri.
Una volta attaccata alla preda se non staccata celermente la sua dimensione ed il suo colore varieranno fino a divenire di un colore perlato e della dimensione della punta di un mignolo. Una volta che il parassita avrà finito il suo ciclo di alimentazione si staccherà da solo, ma certo una zecca “matura” non è un bello spettacolo da vedersi, quindi ci premureremo di rimuoverla tempestivamente. Consideriamo poi che più l’animaletto rimarrà attaccato, più ci sarà la possibilità che veicoli patologie indesiderate.
Come prevenire l’attacco?
La prima prevenzione rispetto alle zecche sarà quella di indossare un abbigliamento consono all’ambiente che andremo ad affrontare. Nel caso decidessimo di muoverci in ambienti boschivi come quelli sopra descritti, a maggior ragione nel caso decidessimo di spostarci fuori dai sentieri battuti, sarà buona pratica indossare pantaloni e maniche lunghe. Nel caso si volessero indossare pantaloni corti sarà una buona idea però abbinare calzettoni alti da tenere tirati su quando affronteremo le zone più a rischio.
La zecca aspetta la sua preda appostata sui fili derba o sulle felci, per poi spiccare un salto, che può raggiungere i 50 cm, verso la preda. Una volta approdata su di noi l’animaletto si sposterà in cerca del posto migliore dove attaccarsi. Indossare abiti chiari faciliterà l’individuazione di eventuali parassiti che ci camminano addosso, prevenendo così che la bestiuola si radichi. In caso di zona di infestazione conclamata sarebbe buona pratica infilare i pantaloni nelle calze per evitare che l’animaletto si infili dentro il gambule e si metta in cerca dell’area del nostro corpo che eleggerà a banchetto.
La zecca tende ad attaccarsi nelle aree del corpo più riparate e calde come inguine, piegatura di braccia o gambe, collo ecc…Non è però infrequente trovarsele attaccate sui fianchi o poco sopra la linea delle calze.
La puntura della zecca non è dolorosa, perché nella sua saliva è presente un cocktail di sostanze ad azione antinfiammatoria, vasodilatatoria e anticoagulante.
Esistono prodotti commerciali e naturali da utilizzare come repellenti contro le zecche.
A casa possiamo tranquillamente preparare decotti di Rosmarino o lavanda, da spruzzarsi poi addosso e sui vestiti prima di partire per un’escursione, o l’olio essenziale di Lavanda o Eucalipto, da spalmarsi addosso.
In commercio possiamo invece trovare prodotti come l’Autan Plus, sempre da spruzzare su corpo e vestiti (questo prodotto può lasciare aloni bianchi sui tessuti, quindi bruttino da vedersi se si indossano abiti scuri).
Possibili patologie legate al morso della zecca.
In Italia la zecca è portatrice della malattia di Lyme e dell’encefalite virale da zecca o TBE (tick-borne encephalitis).
Molto difficilmente l’Ixodes ricinus trasmette il batterio prima delle 24 ore da quando si è infissa nella cute, quindi, se abbiamo una zecca addosso, è molto importante estrarla il prima possibile. L’encefalite virale da puntura di zecca (TBE) è una malattia che si suddivide in due fasi: una influenzale con febbre solitamente sotto i 38° accompagnata da cefalea e dolori alla schiena ed agli arti risolvibile in una settimana circa; una seconda fase che coinvolge il sistema nervoso centrale accompagnata da febbre molto elevata e sintomi simili a quelli di una meningite.
Norme di buon senso una volta rientrati da un’uscita.
Come detto la zecca si annida nell’erba alta o nelle aree dove sono frequenti i passaggi di animali selvatici, quindi nel caso avessimo attraversato delle zone con queste caratteristiche una volta rientrati a casa per prima cosa esamineremo con cura i vestiti alla ricerca di eventuali parassiti che passeggiano su di essi. Una volta tolti i vestiti ci esamineremo attentamente in tutte le aree a rischio non solo osservando ma anche passando delicatamente la mano alla ricerca di qualche piccola “asperità” inedita.
Come comportarsi in caso di morso.
Nel caso trovassimo una zecca sul nostro corpo innanzi tutto non dobbiamo spaventarci, toglierla -pur richiedendo cautela- non è poi così complicato.
Nonostante in rete si trovino molti metodi di estrazione, l’unico modo per farlo correttamente è afferrarla con una pinzetta alla base della “testa” (detta capitulum), il più vicino possibile alla nostra cute, e tirare gentilmente con un leggero movimento rotatorio. Mai afferrare la zecca dal corpo perché si può rompere facilmente, e soprattutto mai applicare trementina, acetone, petrolio, alcol, disinfettanti, e altre sostanze sulla zecca; non aiutano in nessun modo nell’estrazione e inoltre provocano un riflesso di “rigurgito” nel parassita, il quale riversa tutto il contenuto delle ghiandole salivari nel suo ospite (compresi eventuali batteri e virus).
Durante la rimozione potrebbe darsi che nella pelle rimanga infisso il rostro con il quale la zecca si ancora. Ciò non comporta nessun tipo di problema e la rimozione può essere effettuata utilizzando un ago. Il consiglio è di non accanirsi contro l’area interessata, meglio lasciare il rostro (che verrà espulso naturalmente daol corpo) che provocare arrossamenti che renderanno poi difficile monitorare l’area del morso.
Dopo l’estrazione non dovremo assumere antibiotici che potrebbero mascherare i sintomi di un’eventuale infezione, in più sarà nostra premura tenere sotto controllo per almeno un mese e mezzo l’area del morso. In caso di arrossamento esteso o variazione significativa della zona del morso dovremo rivolgerci al medico.
Questo e quanto, alla prossima!