Ricetta: Gnocchi d’Ortica

In una giornata propriamente primo-autunnale, alla ricerca di radici d’Angelica immersi in un magnifico ambiente alpino la nostra attenzione è tutta rapita dal concerto di bramiti di Cervo, quando ad un tratto, al cospetto delle cime spolverate di neve che occhieggiano fra le nubi cariche di pioggia, l’occhio cade su dei bei ciuffi d’ortiche,

Ci son posti peggiori, dove raccogliere…

siamo in alto, sopra i 1700 metri, le pianticelle sono ancora raccoglibili e non ci facciamo sfuggire l’occasione,

a casa ci sono le patate nuove da poco raccolte da un vicino, l’accoppiata solletica la fantasia ed il palato, ne raccogliamo una bella busta prima di continuare la ricerca di radici. Le troveremo altrove, qualche ora dopo, il lavoro è fatto, ora non resta che appagare il palato con un piatto tanto semplice quanto gustoso, che sa di prati.

Gnocchi all’ortica

  • 720g di patate gialle.
  • 80g di Ortica.
  • 200g di farina di grano tenero tipo2 molita a pietra.
  • una noce abbondante di margarina non idrogenata.
  • Olio extravergine di oliva.
  • Sale Qb.
  • Pepe bianco.

Lesso le patate e le ortiche assieme, in vaporiera.

Con l’apposito strumento schiaccio le patate in una vasola e con lo stesso marchingegno tratto anche le ortiche, in modo da renderle belle sottili.

Incorporo patate ed ortiche, aggiungendo anche il sale, poi piano piano addiziono anche la farina, a piccole dosi: aggiungere, impastare, aggiungere, impastare, aggiungere, impastare…

Reso ben omogeneo il composto -dev’essere privo di farina non incorporata e non deve rimanere appiccicato alle mani- procedo a staccare delle noci grosse come delle prugne che poi stiro su un velo di farina in rotolini dello spessore di un pollice, io stiro ed arrotolo, V. taglia in gnocchi.

L’acqua bolle, quasi.

In una padella sciolgo una “prugna” di margarina, l’acqua è pronta, tuffiamo gli gnocchi.

Pochi minuti e le prime chicche salgono a galla, con la schiumarola vengono traslate nella padella e saltate a fuoco medio per un attimo.

Impiatto, un “C” di olio, una spolverata di pepe e buon appetito.

Questa voce è stata pubblicata in Erbe selvatiche, Il profumo del pasto selvatico e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *