Realizzazione di un pezzo di spago partendo da un rametto di Canapa

IMG_2371Più cose impariamo a fare con le nostre mani, più acquisiremo la capacità di saper autogestire il nostro quotidiano, sia nel bosco che in ogni altro ambito. Da tempo mi diletto nella realizzazione di cordini di varie dimensioni partendo da fibre naturali ricavate ad esempio dal fusto o dalla radice dell’ortica, poi qualche mese fa ho avuto la possibilità di mettere le mani su tre rametti di canapa e l’idea è stata subito quella di realizzarne spago…poi è passato l’inverno e il progetto si è congelato, fino a qualche giorno fa, quando ho deciso di provare a lavorare la canapa con un metodo semi tradizionale (ho tralasciato infatti la maceratura). Il risultato è stato decisamente soddisfacente, tanto che ho poi provveduto a realizzare un secondo spezzone ed a documentare le fasi realizzative con foto -pessime come mio costume- ed un video, che se si può è anche peggiore…ma l’importante è capire come procedere, le arti dell’immagine le lascio ad altri più ferrati.

Andiamo a vedere come procedere:

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Liberi tutti. Presidio al carcere di Ferrara sabato 14 marzo 2015

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[Milano] 15 Marzo presentazione Croce Nera Anarchica

da crocenera.org

 

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[Acilia – Roma] Pranzo benefit Silvia, Costa e Billy alle Case Vecchie Occupate

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“La terra trama..” su Radio Blackout, introduzione alla coltura della canapa

tabella usi canapaNella trasmissione di Radio BlackoutLa terra trama..” (ogni domenica h 13-14,30) all’interno della rubrica “Niente di nuovo” abbiamo introdotto la coltura della canapa: origine, principali usi, storia fino alla metà del ventesimo secolo, quando criminalizzazione e produzione industriale di fibre principalmente sintetiche la cancellarono dai campi.

Qui è possibile scaricare il file audio Canapa_intro_2015.03.08-13.29.50-RadioBlackout_LTT2 oppure ascoltalo direttamente dal player qui sotto

 

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ESPLOSO METANODOTTO A PINETO

da http://freccia.noblogs.org

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6 marzo. A Pineto (Te) è esplosa la condotta principale del metano a Mutignano, con fiamme alte una decina di metri. Tre abitazioni vicine alla conduttura danneggiata da due tralicci dell’Enel crollati a causa di uno smottamento sono state seriamente danneggiate. Il metanodotto è esploso intorno alle otto di stamattina. A causa di una frana sono prima crollati i tralicci che hanno rotto per una lunghezza di diversi metri la condotta del gas principale Cellino Attanasio-Bussi della Snam. C’è stata un’esplosione e il boato si è sentito su tutta la costa da Roseto a Silvi, le fiamme erano alte circa 10-15 metri. Affianco al luogo dell’esplosione c’erano tre abitazioni con delle famiglie all’interno. I tre edifici sono stati distrtutti e le famiglie sono stati evacuate. Otto persone sono state portate al pronto soccorso di Atri, alcuni sotto shock e altri con ustioni lievi. L’incidente ha causato l’interruzione della fornitura del gas ad Atri. Il vento ha spostato le fiamme verso la collina, se fosse stato verso sud, dove sono le abitazioni sarebbe stata una strage, dicono alcuni testimoni. Basta violentare i territori dove viviamo, con opere distruttive che nessuno, se non le grandi società di produzione e distribuzione di idrocarburi ed energia elettrica, vuole!

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Gabbie e loro evoluzioni: restyling passati e futuri dei manicomi senza cambiarne la sostanza.

dalla trasmissione di Radio Blackout Liberation Front

Nella trasmissione di martedì 3 marzo, abbiamo ceduto i microfoni a due compagn* del collettivo antipsichiatrico Francesco Mastrogiovanni. Il 31 marzo prossimo dovrebbe segnare la data di dismissione dei sei ospedali psichiatrici gudiziari presenti sul territorio italiano: gli OPG, ovvero i manicomi criminali.
Dovrebbe.
Un po’ di storia passata e ipotesi sul loro futuro, di chi vi è recluso e di come dovrebbe “evolversi” la situazione per chi dovrà passare attraverso le ipotetiche  REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza).
Gabbie nelle gabbie, contenzione fisica sempre più connessa al restyling riformista in versione farmacologica.
Gabbie, sempre, comunque. Anche senza sbarre e magari senza cinghie.
Qui i files audio dell’estratto della puntata:

CORTEO SABATO 28 MARZO a REGGIO EMILIA reggio-emilia-corteo
CHIUDIAMO TUTTI I MANICOMI!
LIBERIAMOCI DALLA PSICHIATRIA!
NO OPG, NO REMS, NO PSICHIATRIA!
Esistono muri, a volte invisibili, che dividono la normalità dalla “follia”. Sono costruiti dal potere e rafforzati dal deserto che si trova al loro esterno.
La presunta, prorogata ormai da 4 anni, chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) lascerà spazio all’istituzione delle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS). Cambia il nome, gli internati sono deportati, gli appalti assegnati e lo slancio riformista soddisfatto. Ma le nuove strutture conservano la medesima attitudine repressiva e il concetto stesso di manicomialità, perpetuandone lo stigma. Lungi dal rappresentare un indebolimento della detenzione senza fine e della psichiatria, ne sono la continuazione aggiornata, calibrata su modelli detentivi improntati a esternalizzazione e privatizzazione, come avvenuto per i CIE. (Centri di Identificazine ed Espulsione)

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FERMIAMO TUTTI GLI ALLEVAMENTI DI VISONI ! Dal 16 al 21 Marzo 2015 giornate di mobilitazione in tutta Italia

da https://liberselvadec.noblogs.org

Ci volevano seppellire ma

 dimenticavano che siamo semi

da  un manifesto solidale

Il discorso della crisi economica continua ad essere la forma per giustificare e legittimare ogni pratica di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sugli altri animali e sulla Terra.

Consideriamo la presenza e l’apertura di allevamenti di visoni come una delle manifestazioni evidenti di una crisi ben più profonda che sconvolge le relazioni sociali e politiche di ogni essere vivente.

Se il territorio delle province di Bergamo e di Cremona ne è particolarmente esposto, le logiche di dominio e le più diverse forme di prevaricazione si possono rintracciare in tutti i territori.

Per questi motivi sentiamo l’esigenza di coinvolgervi e, insieme, dare vita a nuove pratiche ed esperienze che puntino ad una riappropriazione di metodi autogestionari di lotta perché questa sia veramente diffusa, condivisa e costruita dalla base. Coinvolgervi è un modo, per noi, di opporci alla diffusione di pratiche e discorsi animalisti ambigui che fanno dello spettacolo del dolore, della delega, del pietismo e dell’apoliticità il “nuovo discorso” sull’animale.

Discorso che, di fatto, si allontana dal senso profondo e radicale della liberazione animale che è, invece, una continua riflessione e azione politica per scardinare ogni pratica di dominio.

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Saperi&Sapori all’Ateneo Occupato 7-8/3

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Libri Liberi dalle Gabbie a 100celle aperte

da http://www.100celleaperte.org

Ciclo di incontri e presentazioni  liberilibri2
su consumo critico e antispecismo.
Riflessioni e chiacchiere con gli Autori
su chi e cosa mangiamo.

Primo appuntamento:
domenica 8 Marzo 

h_18 Il mistero (solubile) dello zucchero assassino
di Giuseppe Aiello

a seguire
CENA bio CRUDISTA VeGaN

“Il mistero (solubile) dello zucchero assassino”.
Una storia di cibo, dominio, denaro e scienza…o di alcune più o meno ragionevoli motivazioni per estromettere il saccarosio e diverse altre schifezze dalla vostra alimentazione.

Giuseppe Aiello è nato a Ischia nel 1964 e vive a Napoli. Dotato di una spiccata vocazione per la carriera di libero pensatore gli hanno presto spiegato che questa richiede genitori abbienti o almeno un paio di appartamenti di proprietà da affittare a studentesse fuori sede o a extracomunitari. Provenendo viceversa da famiglia scolarizzata e generosa – ma rigorosamente proletaria – ha dovuto organizzarsi diversamente.


Dopo la laurea in scienze geologiche, ha svolto diverse attività (e nessuna professione) tra le quali quelle di guida museale, musicista di strada, professore universitario (calma, solo effimeri contratti), costruttore di tammorre, insegnante di taiji quan, venditore di libri e, soprattutto, micropaleontologo. È infatti coautore di una trentina di pubblicazioni scientifiche di nessun interesse per chi non sia uno specialista. Per il resto scrive pochissimi articoli, tra i quali ancora meritevoli di un’occhiata: La comprensibile esistenza di una musica inaccettabile (1997) sulla nuova musica napoletana, e Malatesta e il satiro (2004) una breve analisi di un versante poco considerato del pensiero di Errico Malatesta, entrambi disponibili su:sviluppozero.noblogs.org

prossimi appuntamenti

– Lorenzo Guadagnucci. Restiamo Animali
Lavora al Quotidiano Nazionale (Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno) dal 1990.
Durante il G8 di Genova del 2001 si trovò all’interno della scuola Diaz al momento dell’irruzione della polizia. Fu pestato e trattenuto in stato d’arresto per due giorni all’ospedale Galliera. Su questa vicenda ha scritto un libro, Noi della Diaz (Berti-Altreconomia) pubblicato nel 2002 (e ristampato nel 2008), e un altro con Vittorio Agnoletto, uscito nel 2011: L’eclisse della democrazia. Le verità nascoste sul G8 2001 a Genova (Feltrinelli). E Restiamo Animali. La sua esperienza al G8 lo ha immediatamente avvicinato alla questione degli animali.

Abstract: in questo libro spiega come “la scelta vegana non è che la premessa, forse la condizione per ciò che davvero conta, ossia l’impegno per costruire una società più giusta. ‘Restiamo animali’, diciamo a noi stessi, perché siamo coscienti d’essere ospiti – e non dominatori – del pianeta Terra, compagni di viaggio di tutti gli altri viventi, ai quali dobbiamo rispetto. Non stiamo parlando di diete, né di precetti di natura religiosa, ma di una prospettiva di cambiamento culturale e politico. Il cuore dell’animalismo, direi meglio dell’antispecismo, è qui. È una lotta contro l’ingiustizia”.

– Massimo Filippi, per “Crimini in tempo di pace”. 
Insegna Neurologia all’Università Vita-Salute del San Raffaele e si occupa da anni della questione animale da un punto di vista filosofico e politico.

Abstract: “Un gatto (o forse una gatta) sta spiccando un balzo per uscire dalla stanza in cui si trova. Questa stanza è il nostro mondo che, sotto la superficie apparentemente confortevole, ragionevole e levigata, nasconde il lato oscuro dell’oppressione e dello sterminio di miliardi di animali e di umani. Lo stesso gatto – insieme a Laika e Foucault, Pietro il Rosso e Derrida, Giu e Deleuze – si aggira furtivo tra queste pagine per aprirci gli occhi sulla follia e l’orrore della normalità (mattatoi, laboratori e campi di sterminio), per farci riconoscere il fondamento vivente delle architetture del dominio, per guidarci nel pericoloso attraversamento di frontiere ritenute invalicabili, e per mostrarci l’insostenibilità della differenza che abbiamo instaurato tra «l’Umano» e «l’Animale». Dopo averci trascinati nel flusso della vita, Angelo – così si chiama l’enigmatico gatto che, con passione, ci ha esposti all’indescrivibile sofferenza di tutti i senza nome – svanirà lentamente, lasciandoci con il suo sorriso sulla soglia da cui è possibile intravvedere la luce della liberazione.”

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