Contro giudici, tribunali e carcerieri. Liberi tutti.

da http://silviabillycostaliberi.noblogs.org

 

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Montevideo, Uruguay: La lotta è nelle strade, non nelle urne

da http://it.contrainfo.espiv.net montevideo

Dire che appaiono ogni cinque anni non è un cliché. Le elezioni municipali si avvicinano e nei loro programmi i politici abbordano un tema comune. Tutt* parlano di un problema che non l* aveva mai interessat* prima: lo zoo Villa Dolores.

Ma cosa è cambiato in questi ultimi tempi perché di colpo si interessino tutt* ai cambiamenti o alla chiusura di questo zoo, e da quali interessi sono spint*? La risposta è chiara: la lotta che viene portata avanti e la quantità di persone che pensano che lo zoo Villa Dolores deve chiudere immediatamente. Non è assolutamente un caso che per anni non abbiano mai menzionato la vicenda e che ora che ci troviamo nel bel mezzo di una campagna per chiuderlo, e che in più si avvicinano le elezioni municipali, tutt* ne abbiano qualcosa da dire.

Nel ventaglio di opportunist* che approfittano della situazione per trarne vantaggio (voti), ce ne sono di ogni tipo, da quell* che ritengono che Villa Dolores debba essere chiuso a quell* che affermano che non si dovrebbe mantenere il modello attuale dello zoo proponendo più o meno la stessa cosa che fa l’amministrazione: una prigione di animali autoctoni. Continua a leggere

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Iniziative contro la società tecno scientifica – Lugano

da http://www.resistenzealnanomondo.org

 

16 Aprile 
ore 20.30
Proiezione del documentario “Un mondo senza umani”

28 Aprile 
ore 20.30
Presentazione dell’opuscolo “Il campo del controllo”, contro il campo sperimentale ogm nel canton Zurigo.

Dalle 19.00 cena vegan, distro e mostra sulle biotecnologie

CSA MOLINO Viale Cassarate, 8 Lugano (Svizzera

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Volantino del presidio contro il dominio tecno scientifico a Milano

da http://www.resistenzealnanomondo.org

Volantino diffuso durante il presidio di lunedì 13 aprile presso il museo Leonardo Da Vinci  (Milano) dove si teneva una giornata dedicata alle nanotecnologie.

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[Atene] attacco incendiario contro gli uffici centrali di Microsoft ad opera di “Anarchia Combattiva – FAI/FRI”

da crocenera.org

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PIANO D’AZIONE PER UN CONTRATTACCO ANARCHICO INTERNAZIONALE

“DISTRUGGIAMO LA REPRESSIONE”

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Anarchia Combattiva rivendica l’attacco contro gli uffici centrali di Microsoft in Grecia. I compagni che hanno preso parte all’azione hanno piazzato l’ordigno incendiario composto di bombole di gas e polvere da sparo andandosene tranquillamente, umiliando ancora una volta le misure di sicurezza dell’edificio. Microsoft è una multinazionale colosso del complesso tecno-industriale, una delle più potenti compagnie del settore e inestricabilmente legata al sistema politico ed economico. L’attacco all’avanguardia del dominio capitalista nella tecno-scienza e nei suoi tentacoli assassini vuole essere un attacco alla meccanizzazione della vita in generale. La guerra rivoluzionaria è una base attorno alla quale sta venendo costruito il conflitto costante con l’esistente, un tentativo di perseguire la liberazione totale delle nostre vite dalle catene dello Stato, del capitale e della loro società, che si espande al continuum spazio-temporale quando gli oppressi si ribellano ai loro sfruttatori.

Continua a leggere

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CILE: PROGETTO FENICE 2015 – ATTACCO AD IMPRESA DI SFRUTTAMENTO ANIMALE.PER LA LIBERAZIONE UMANA,ANIMALE E DELLA TERRA.

da crocenera.org images-7

Testo rivendicativo:

Giorno dopo giorno,di minuto in minuto, il potere si mantiene e riproduce, nelle relazioni sociali di tutti quelli che accettano questo ordine basato sull’esercizio dell’autorità, il dominio e lo sfruttamento, ed anche in ognuna delle istituzioni, imprese e meccanismi che permettono il suo normale sviluppo, senza dimenticare mai l’azione volontaria dei dignitari del potere ed i loro complici: impresari, politici, polizia e cittadini difensori del potere e lo sforzo per la sottomissione per far si che l’ordine stabilito si mantenga e funzioni.

Quando si decide di affrontare l’autorità in tutte le sue forme ed espressioni, la lotta per la liberazione totale deve riguardare tutti quelli  che sono i diversi scenari sotto i quali il potere esegue il suo dominio. La nostra lotta non è parziale, ma intera, perché lottare per la libertà totale implica lottare anche contro lo Stato, il capitale, lo specismo, le gerarchie, la specializzazione e le varie espressioni dell’autoritarismo.

E nonostante gli sforzi dello Stato cileno per eliminare le idee e pratiche di rivolta, l’attacco diretto dei gruppi di azione anarchica continua.

All’alba del 7 di aprile abbiamo attaccato gli uffici amministrativi dell’impresa della carne Ganadera RIo Bueono S.A., interessata alla reclusione e mattanza di animali nelle sue prigioni lavorative per la commercializzazione come merce per un intenso consumo umano. Lo abbiamo fatto con un ordigno incendiario e un meccanismo di ritardo che funzionò senza problemi danneggiando parte della facciata dell’edificio.

I motivi sono chiari e tanti. Quando decidiamo di lottare per la liberazione lo facciamo lottando in maniera integrale e totale, senza gerarchizzare le specie. Per questo non possiamo rimanere passivi davanti al meccanismo specista ed assassino che rappresenta questa impresa, non possiamo rimanere passivi di fronte alla reclusione, isolamento e morte di centinaia di animali.

La nostra lotta è antispecista perché è innanzitutto antiautoritaria, è per la nostra liberazione, quella della terra e degli animali.

I simboli e le strutture del potere si trovano dapertutto, ed è uno stimolo ad osare e fare il salto all’offensiva, mettendo in pratica le nostre idee e i valori di liberazione, le nostre conoscenze ed il nostro ingegno nella guerra.

E siccome intendiamo la lotta come un atto multiforme e non gerarchizziamo i mezzi e gli strumenti che usiamo, facciamo una chiamata alla moltiplicazione delle azioni di attacco diretto. Lo facciamo con umiltà ma anche con la certezza che la proposta anarchica dell’attacco autonomo attraverso gruppi di individui affini organizzati in maniera orizzontale è possibile, reale e sempre attuale e necessaria.

Rivendichiamo anche questa azione come parte della proposta organizzativa per l’azione della Federazione Anarchica Informale – Fronte Rivoluzionario Internazionale (FAI-FRI), perché condividiamo gli obiettivi che questa espone: Attacco Anarchico Autonomo, sempre in azione e libero da gerarchie e specializzazioni; Internazionalismo, perché la prassi antiautoritaria non riconosce barriere, Stati né nazioni, collegandoci con altre volontà in rivolta nel mondo; e Solidarietà, perché non dimentichiamo i nostri compagni detenuti nelle prigioni del potere.

Questa azione la poniamo all’interno del Progetto Fenice, per dare nuovi impulsi all’azione violenta antiautoritaria in questo territorio dominato dallo stato del Cile, come un modo per affrontare la repressione e dimostrare che l’attacco anarchico continua ad essere vivo e non si arrenderà.

Attualmente, il potere globale cerca di rafforzare il suo dominio, evolvendosi nel suo operare repressivo con un agire sempre più totalitario. Con le sue operazioni repressive il potere ha come obiettivo il porre sotto l’ampia e diffusa idea di “terrorismo” i compagni anarchici e rivoluzionari. Ugualmente, gli ambienti solidali sono colpiti per punire l’appoggio ai prigionieri ed isolare ancora di più chi si trova dietro le sbarre. Le ultime operazioni repressive in Spagna, la reclusione dei familiari dei compagni della Cospirazione delle Cellule di Fuoco in Grecia, sono un esempio di tutto questo, così come lo è la recente detenzione di Enrique Guzmán, amico solidale del compagno Juan Flores e a cui il potere tenta di accusare per l’attacco contro un commissariato. Anche l’accanimento mediatico si mostra come un’altra espressione della repressione statale, come si è visto nel caso di Juan Pino e Natalia Collao, acusati di aver incendiato un autobus di trasporto pubblico e che oggi hanno bisogno della nostra solidarietà.

Forza e solidarietà con i compagni della Cospirazione delle Cellule di Fuoco in Grecia e tutti i prigionieri in lotta in questo territorio.
Un abbraccio a Nicola Gai, Alfredo Cospito e tutti gli anarchici detenuti in Italia.
Saluto complice a Mario e Carlos Lòpez, compagni del Messico ora in cladestinità.
Solidarietà con Monica Caballero, Francisco Solar e gli anarchici detenuti in Spagna.
Salute eterna per il prigioniero Mumia Abu-Jamail che resiste in lotta negli Stati Uniti.

Affetto e solidarietà a Natalie Casanova, Juan Flores, Guillermo Dùran, Juan Aliste Vega, Freddy Fuentevilla, Marcelo Villaroel, Carlos Gutierrez, Hans Niemeyer e Tamara Sol Vergara.
Che la chiamata alle giornate di agitazione dal 10 al 20 aprile dia frutti nell’azione multiforme.

Oggi è il giorno di passare all’offensiva
Per rompere la paura e le comodità
Per moltiplicare gli attacchi contro il potere.

Cellula Anarchica di Attacco Incendiario “Fuoco e Coscienza”
Federazione Anarchica Informale – Fronte Rivoluzionario Internazionale (Cile)
………………………………………………………………………….
Fonte e traduzione: RadioAzione

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Monte Calisio (Trento) – Sabotato ripetitore in solidarietà con prigionieri anarchici

da crocenera.org

“1 APRILE MONTE CALISIO TRENTO: COMPLETAMENTE DISTRUTTA A MAZZATE CABINA RIPETITORE VODAFONE IN SOLIDARIETA’ AI PRIGIONIERI GRECI E AS2 A FERRARA.”

 

 

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Iniziativa solidarietà e contro le nocività. Crepi il vecchio mondo!

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CREPI IL VECCHIO MONDO!

Esprimere solidarietà a coloro che sono colpiti dalla repressione è un modo per far sì che non   siano e non si sentano isolati, soprattutto quando detenuti. Continuare le lotte è un modo ulteriore   per evitare che la repressione non diventi freno, ostacolo per proseguire e mettere in atto ciò che ci  preme: l’attacco verso questo mondo di sopraffazione.   Il 23 aprile inizieranno due processi nei confronti di alcuni compagni. Graziano, Lucio, Francesco   accusati di sabotaggio ad un compressore in Val di Susa. Silvia, Costantino, Billy accusati di   un tentato attacco ad un centro di ricerca sulle nanotecnologie di proprietà di IBM e Università   di Zurigo. Per questo atto sono già stati processati, detenuti e condannati in Svizzera, ora il tribunale di Torino vorrebbe processarli nuovamente.  Il motivo per cui ne parliamo contemporaneamente non è la data del processo ma le ragioni per cui si trovano a dover affrontare la repressione: la lotta contro le nocività.

Non vogliamo che tutto si riduca solo ad una questione ambientale ma, come alcuni di questi   compagni hanno ribadito, le nocività non sono tali solo per la devastazione che esse portano   all’ambiente e all’uomo ma per la loro ragione sociale. Esse sono ciò che Stato ed Economia   impongono sulle nostre teste, cambiando irreversibilmente il nostro modo di vivere e di   rapportarci alla natura e alle persone. Sono il tentativo di meccanizzare tutto quanto e rendere   le nostre vite dei meri numeri da contabilizzare sulla strada del profitto.   Questo rappresenta, per noi, un treno ad alta velocità, un mezzo funzionale a percorrere   distanze in tempi sempre più ridotti per non correre il rischio di perdere tempo che, per i   padroni, è denaro.   Questo rappresentano per noi le bio e le nanotecnologie: il tentativo di manipolare e   controllare il vivente, attraverso tecnologie e apparati sempre più piccoli che permettano   applicazioni insperate ad un dominio sempre in cerca di nuova linfa. Questo rappresenta per noi   un gasdotto o un impianto per produrre energia, quella stessa che permetterà a questo sistema   di riprodursi e riprodurre altre nocività.   La lotta al gasdotto Tap può essere un modo per praticare la solidarietà verso i compagni colpiti   dalla repressione e per mettere in discussione il sistema in cui siamo immersi, di cui dovremmo   cercare di sbarazzarci il prima possibile.   Vogliamo affrontare queste ed altre questioni inerenti alla lotta al Tap e ai prossimi   possibili passi da fare.

VENERDI’ 17 APRILE ORE 19:30

A SEGUIRE BUFFET BENEFIT DETENUTI

CIRCOLO ANARCHICO

VIA MASSAGLIA 62/B

LECCE

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Nota all’intervista fatta alle Individualità tendenti al Selvaggio (ITS) 2014

da http://machorka.espivblogs.net its

 

Qualche settimana fa è stato pubblicato il libro: “Che si illumini la notte! Genesi, sviluppo e diffusione della Tendenza Informale Anarchica”, dove è presente una intervista alle Individualità tendenti allo Selvaggio, da parte nostra vogliamo (di nuovo) esprimere il nostro totale ringraziamento a chi ha reso possibile la diffusione delle nostre parole in questa forma. Recentemente, rileggendo l’intervista, I.T.S. ha deciso di apportare alcune modifiche (anche se minime) al testo originale inviato il 28 Aprile 2012, e che diffondiamo di seguito.

Individualità tendenti al Selvaggio, Chicomoztoc, Messico
24 Gennaio 2014

  1. Quando sono nate le Individualità tendenti al Selvaggio (I.T.S.), che ideali le motivano come gruppo d’affinità e che strategie hanno scelto di seguire per dar seguito a questo progetto antagonista?

La prima cosa che I.T.S. vuole fare prima di iniziare a rispondere a questa intervista, è dire che non condividiamo molte delle idee che confluiranno in questo libro, vediamo una possibilità di poter esplicare su un piano più attuale le nostre idee ed è ciò che stiamo facendo. Non vogliamo osservare militanze con nessuno, le nostre idee sono solo nostre, però dato che le abbiamo rese pubbliche, è necessario che si capiscano nella loro totalità (o gran parte di essa), anche se pare vi sia molta confusione, rispetto a vari temi (incluse le critiche fatte riguardo ai nostri comunicati) che o non sono comprensibili per il lettore o non vogliono essere accettati/capiti.

Anche se non siamo anarchici, ringraziamo questa pubblicazione acrata per lo spazio.

Detto ciò, iniziamo l’intervista:

Individualità tendenti al Selvaggio (I.T.S.) si forma agli inizi del 2011, ed è motivata da un ragionamento che abbiamo fatto durante un lento processo di conoscenza, domande e rifiuto di tutto ciò che ingloba la sinistra e la civilizzazione, mettendo a frutto quanto detto sopra abbiamo ritenuto necessario realizzare un attacco diretto al Sistema Tecnoindustriale. Pensiamo che la lotta contro di esso non si pone solo nel voler abbandonare la Civilizzazione per tornare alla Naturalezza, o nel rifiutare i valori del sistema, ma anche nell’attaccarlo. Continua a leggere

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Lo Stato si regge quando può su complici locali. Lettera agli zadisti

da finimondo.org

Laura Blanchard, Emilie Sievert 9075214bb68ab2ed091a3a83d4ab577366b870bb_m
Innanzitutto, per impedire ogni ambiguità, siamo solidali con le lotte con occupazione condotte contro i vari progetti industriali e capitalisti che, più che pianificare il territorio, contribuiscono a pianificare la nostra vita. Non solo siamo solidali, ma vi contribuiamo attivamente pur non definendoci zadisti. Ma non ci ritroviamo sempre con quanto viene portato avanti. È abbastanza logico, considerata la diversità delle persone che lottano. Per il momento tralasciamo la questione della composizione e della maniera di accordarsi, sulla quale magari torneremo in seguito. Abbiamo deciso di scrivere questa prima lettera il cui scopo non è di impartire lezioni che saremmo ben poco legittimati a tenere, ma di trasmettere le nostre osservazioni, i nostri dubbi e le nostre inquietudini.
Di recente ci siamo ovviamente arrabbiati quando abbiamo appreso che contro gli zadisti sono stati organizzati dei «pro-sbarramenti» a Sivens, o dei «pro-Center parcs» a Roybon: bloccando le strade per impedire l’arrivo di nuove persone in lotta e ridurre il rifornimento logistico, danneggiando i veicoli degli zadisti o le capanne dei campeggi, con minacce, insulti, aggressioni, ecc. Solidali con le persone del posto, le reazioni e i discorsi di certi zadisti ci hanno talvolta lasciato perplessi. A Sivens alcuni si indignano che gli sbirri non si mettano in mezzo e non proteggano almeno i veicoli amici e le persone. A Roybon, altri si indignano che i gendarmi non trovino il tempo per indagare sul posto dopo il lancio di molotov, dato che il fatto stesso che possano entrarvi non dovrebbe essere un’ovvietà. Anche in quel caso, si supponeva con indignazione che gli sbirri avessero lasciato fare senza intervenire… Lo Stato si ritrova d’un tratto rilegittimato, chiamato a interporsi coi caschi blu fra pro e contro e a diventare arbitro del conflitto, attraverso i suoi sbirri, quegli stessi che hanno già colpito e aspettano solo un ordine per radere al suolo le ZAD, quegli stessi che hanno assassinato Rémy Fraisse alcuni mesi fa. È un errore credere che ci sia la FNSEA o i piccoli proprietari di Roybon da una parte, e lo Stato con i suoi eletti, i suoi servizi e i suoi sbirri dall’altra; Vinci e Pierre e Vacances da un lato, e lo Stato dall’altro. C’è solo un’unità di interessi convergenti. Del resto le comunità rurali coinvolte dai progetti non sono entità omogenee. Emergono anche questioni di classe, di gerarchie, di influenza morale, materiale, ideologica, religiosa… Stato e capitale trovano complici per interesse o adesione ideologica. Non dobbiamo quindi aspettarci di vedere solo persone in uniforme schierate contro di noi.
Stato e capitale avanzano insieme. Questi progetti possono vedere la luce solo con la complicità dello Stato, ovvero con il suo sostegno amministrativo, politico, finanziario e attraverso infrastrutture che solo lui può autorizzare. E, all’occorrenza, con i suoi sbirri. A Chefresne, che doveva essere attraversata da una linea ad alta tensione, gli sbirri hanno scacciato un proprietario dal suo campo per permettere all’industria RTE di continuare le sue devastazioni, benché l’industria in questione non avesse l’autorizzazione della Giustizia, la quale evidentemente aveva chiuso gli occhi… «Polizia nazionale, milizia del capitale», «Giustizia, complice». In questo caso certi slogan colpiscono bene, ma a furia di ripeterli per riflesso non si è più consapevoli del loro significato reale.

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