da http://www.100celleaperte.org
Ciclo di incontri e presentazioni
su consumo critico e antispecismo.
Riflessioni e chiacchiere con gli Autori
su chi e cosa mangiamo.
Primo appuntamento:
domenica 8 Marzo
h_18 Il mistero (solubile) dello zucchero assassino
di Giuseppe Aiello
a seguire
CENA bio CRUDISTA VeGaN
“Il mistero (solubile) dello zucchero assassino”.
Una storia di cibo, dominio, denaro e scienza…o di alcune più o meno ragionevoli motivazioni per estromettere il saccarosio e diverse altre schifezze dalla vostra alimentazione.
Giuseppe Aiello è nato a Ischia nel 1964 e vive a Napoli. Dotato di una spiccata vocazione per la carriera di libero pensatore gli hanno presto spiegato che questa richiede genitori abbienti o almeno un paio di appartamenti di proprietà da affittare a studentesse fuori sede o a extracomunitari. Provenendo viceversa da famiglia scolarizzata e generosa – ma rigorosamente proletaria – ha dovuto organizzarsi diversamente.
Dopo la laurea in scienze geologiche, ha svolto diverse attività (e nessuna professione) tra le quali quelle di guida museale, musicista di strada, professore universitario (calma, solo effimeri contratti), costruttore di tammorre, insegnante di taiji quan, venditore di libri e, soprattutto, micropaleontologo. È infatti coautore di una trentina di pubblicazioni scientifiche di nessun interesse per chi non sia uno specialista. Per il resto scrive pochissimi articoli, tra i quali ancora meritevoli di un’occhiata: La comprensibile esistenza di una musica inaccettabile (1997) sulla nuova musica napoletana, e Malatesta e il satiro (2004) una breve analisi di un versante poco considerato del pensiero di Errico Malatesta, entrambi disponibili su:sviluppozero.noblogs.org
prossimi appuntamenti
– Lorenzo Guadagnucci. Restiamo Animali
Lavora al Quotidiano Nazionale (Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno) dal 1990.
Durante il G8 di Genova del 2001 si trovò all’interno della scuola Diaz al momento dell’irruzione della polizia. Fu pestato e trattenuto in stato d’arresto per due giorni all’ospedale Galliera. Su questa vicenda ha scritto un libro, Noi della Diaz (Berti-Altreconomia) pubblicato nel 2002 (e ristampato nel 2008), e un altro con Vittorio Agnoletto, uscito nel 2011: L’eclisse della democrazia. Le verità nascoste sul G8 2001 a Genova (Feltrinelli). E Restiamo Animali. La sua esperienza al G8 lo ha immediatamente avvicinato alla questione degli animali.
Abstract: in questo libro spiega come “la scelta vegana non è che la premessa, forse la condizione per ciò che davvero conta, ossia l’impegno per costruire una società più giusta. ‘Restiamo animali’, diciamo a noi stessi, perché siamo coscienti d’essere ospiti – e non dominatori – del pianeta Terra, compagni di viaggio di tutti gli altri viventi, ai quali dobbiamo rispetto. Non stiamo parlando di diete, né di precetti di natura religiosa, ma di una prospettiva di cambiamento culturale e politico. Il cuore dell’animalismo, direi meglio dell’antispecismo, è qui. È una lotta contro l’ingiustizia”.
– Massimo Filippi, per “Crimini in tempo di pace”.
Insegna Neurologia all’Università Vita-Salute del San Raffaele e si occupa da anni della questione animale da un punto di vista filosofico e politico.
Abstract: “Un gatto (o forse una gatta) sta spiccando un balzo per uscire dalla stanza in cui si trova. Questa stanza è il nostro mondo che, sotto la superficie apparentemente confortevole, ragionevole e levigata, nasconde il lato oscuro dell’oppressione e dello sterminio di miliardi di animali e di umani. Lo stesso gatto – insieme a Laika e Foucault, Pietro il Rosso e Derrida, Giu e Deleuze – si aggira furtivo tra queste pagine per aprirci gli occhi sulla follia e l’orrore della normalità (mattatoi, laboratori e campi di sterminio), per farci riconoscere il fondamento vivente delle architetture del dominio, per guidarci nel pericoloso attraversamento di frontiere ritenute invalicabili, e per mostrarci l’insostenibilità della differenza che abbiamo instaurato tra «l’Umano» e «l’Animale». Dopo averci trascinati nel flusso della vita, Angelo – così si chiama l’enigmatico gatto che, con passione, ci ha esposti all’indescrivibile sofferenza di tutti i senza nome – svanirà lentamente, lasciandoci con il suo sorriso sulla soglia da cui è possibile intravvedere la luce della liberazione.”