Qualche mese fa mi era capitato di leggere distrattamente la segnalazione dell’uscita di questo libro, l’impianto generale del testo non poteva che incuriosirmi, amo molto la letteratura di viaggio ed avevo quindi messo in conto la lettura, slittata poi per diverso tempo a causa della pila di libri sul comodino, mi ero quasi dimenticato anche di averlo in seguito acquistato, ci ha pensato fortunatamente Mabuse uno dei gatti che abita con me, a riportarmelo alla memoria facendo collassare la torre cartacea succitata.
Ho letto questo libro quasi in maniera compulsiva, ricavandomi almeno il tempo di qualche pagina durante qualsiasi attività stessi svolgendo.
McFarlane crea una geografia metafisica nella quale l’individuo è attraversato e solcato da tracce e sentieri che ne delineano l’essere e l’esserci in un continuo dialogo interiore tra arcipelaghi più o meno coscienti, discorso rivolto al in sé in dialogo e scambio costante con il fuori di sé dove lo spazio fisico attraversato contemporaneamente attraversa esso stesso il viandante in una modificazione costante e dialogica fra le geografie naturali e quelle del interiori.
In un certo senso “le antiche vie” acquistano una multi-dimensionalità che va ben oltre la sua funzione evidente e meccanica di luogo spaziale funzionale allo spostamento da un punto A ad un punto B ma diviene altresì un luogo di ricerca ed esperienza: ricerca e dialogo -ancora- con un passato vivo nell’incedere che però non si fa mera nostalgia ma parte integrante di un discorso esperenziale (individuale in primis, poi collettivo nel successivo impasto delle differenti narrazioni) in divenire.
I sentieri che si attraversano ci attraversano parimenti ed in questo senso ogni passo, ogni sasso non sono altro che lettere di un alfabeto sospeso a metà fra l’esperire e la rielaborazione di esso e che compongono il logos della nostra conoscenza del mondo che è e non può essere altro che esperienza altamente soggettiva.
Ho attraversato, è il caso di dirlo, le pagine di questo libro e vi ho ritrovato molto del mio approccio all’andar per boschi e sentieri, l’autore riesce a creare suggestioni delicate ma allo stesso tempo potenti attingendo all’esperienza personale e alle mille narrazioni che ogni antica via nasconde sotto ogni pietra.
Un libro che consiglio vivamente.