Erbe officinali: L’Iperico, la pianta magica di Giugno.

Dopo molti anni dedicati alle schede delle erbe spontanee, mangerecce e/o officinali, è arrivato il momento di una pianta molto conosciuta ed imprescindibile per le sue numerose caratteristiche curative, la si tratti in infuso, tintura madre, olio od unguento; parliamo del protagonista dei prati di Giugno, l’Iperico.

L’Iperico (Hypericum perforatum), conosciuto anche come Erba di san Giovanni, è una pianta perenne che può raggiungere anche gli 80 cm di altezza,

Una pianta di Iperico in ambiente, poco fuori il paese, bella carica di fiori luminosi.

i suoi fiori giallo sole


ed il suo portamento la rendono una pianta individuabile facilmente anche a distanza. Le foglie sono piccole e lanceolate e ricordano, nella forma, quelle del timo in fioritura.

Cresce solitario ma più sovente in colonia dal piano sino ai 1600 metri d’altitudine, cosa che lo rende una risorsa notevole anche qualora ne servissero grosse quantità.

Predilige i prati ben esposti, i margini boschivi e dei sentieri e si raccoglie da Giugno a Settembre.

L’Iperico ha proprietà cicatrizzanti, antinfiammatorie, astringenti, antisettiche, questo per uso esterno, mentre per uso interno ha proprietà antidepressive, rilassanti e riequilibranti dell’umore.

Come d’uopo per le mie schede generalmente mi dedico solo al “pronto uso” sul campo, ma in questo caso, vista la sua versatilità ed utilità, mi dedicherò anche ad una preparazione casalinga, utilizzabile poi durante le peregrinazioni boschive.

Cosa si usa: Sommità fiorite.

Uso interno:

Per conciliare il sonno e combattere gli stati infiammatori tendinei realizzare un infuso di fiori: far bollire l’acqua, togliere dal fuoco, far raffreddare qualche minuto ed aggiungere i fiori di Iperico, lasciare in infusione per circa 10 minuti, filtrare e bere. La bevanda diverrà appena più gialla dell’acqua ed avrà un sapore delicatissimo e piacevole.

NB: è molto importante non aggiungere i fiori all’acqua in bollitura, perché l’alta temperatura deteriorerebbe i principi del fiore.

ATTENZIONE: l’Iperico interagisce con i medicinali allopatici dedicati alla cura degli stati depressivi, potrebbe acuirne gli effetti, anche quelli collaterali. Potrebbe inibire gli effetti della pillola anticoncezionale.

Uso esterno:

Solitamente propongo solo utilizzi sul campo, ma in questo caso credo valga la pena fare uno strappo alla regola e proporre la ricetta del Oleolito, che una volta realizzato potrà essere un ottimo comporto per il nostro kit di primo soccorso e servirà come antisettico e cicatrizzante, da utilizzare su tagli, graffi ed escoriazioni, è ottimo su bruciature ed ustioni.

ATTENZIONE: l’Iperico è fotosensibilizzante, quindi dopo l’applicazione la parte trattata andrà tenuta al riparo dal sole perché potrebbe favorire delle macchie sulla pelle.

Come si realizza:

Una volta raccolta una buona quantità di fiori, che devono essere asciutti, li porremo in un contenitore di vetro e li copriremo d’olio di Girasole spremuto a freddo (mi raccomando); l’olio dovrà coprire i fiori e nel vaso dovrà essere presente un minimo d’aria, alcuni/e sostengono una proporzione precisa: 1/3 di fiori, 1/3 d’olio ed 1/3 d’aria. Chiuso il vaso lo porremo per una lunazione in pieno sole (circa 29 giorni), quasi da subito vedremo l’olio divenire rossiccio, che diverrà rosso intenso alla fine del periodo d’esposizione, colore che caratterizzerà il nostro olio.

Olio in acerazione da circa una settimana

A fine lunazione il colore sarà circa questo.

Dopo il periodo di esposizione potremo filtrare ed imbottigliare in un contenitore scuro. Il nostro oleolito è pronto e potrà essere usato su graffi, eritemi, scottature sia da sole che da fiamma, sulle piaghe e sulle vesciche rotte, sulle cicatrici indurite e dolorose.

Come lo uso, io?

In infuso, come spiegato poco sopra, oppure in tintura madre (della quale non ho parlato perché la preparazione necessita di una certa conoscenza ed esperienza), all’interno di unguenti o in preparati oleosi in sinergia con altre officinali.

Le preparazioni complesse che utilizzo: tintura, unguento e composti oleosi, sono realizzati da una cara “strega” mia famiglia con la quale collaboro nella raccolta da spontaneo, i suoi prodotti, fantastici, sono marchiati “I Fiori del Male” dal libro omonimo di Baudelaire, altra passione comune. Ne parlerò più approfonditamente quando scriverò delle autoproduzioni che porto sempre meco nello zaino.

“Ardore”, preparato de “I Fiori del Male”, contiene fra le altre piante dell’Iperico.

Il contenitore in vetro blu è un Roll on, che permette di applicare la giusta dose di prodotto sulla ferita in maniera pulita e precisa.

Alcune curiosità:

il “perforatum” del nome scientifico dell’Iperico si riferisce ad una caratteristica delle foglie che, se osservate controluce, presentano numerosi microfori, da qui anche il nome francese di “Millepertuis”.

L’Iperico è detto “Erba di San Giovanni” perché la tradizione cristiana vuole che le piante siano nate dalle gocce di sangue sgorgate dalla testa decapitata del battista e non a caso i petali strofinati fra le dita lascerebbero (ed effettivamente lo fanno) le stesse macchiate di rosso (in realtà quasi un viola scuro).

L’Iperico è detto anche “scaccia diavoli” perché terrebbe lontani gli spiriti maligni, per questo suoi mazzi venivano appesi alle porte delle abitazioni; si credeva anche che scongiurasse fuoco e fulmini.

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