Ci sono molti modi per raccontare l’andar per boschi e montagne; per boschi possiamo trovare osservatori appassionati di ciò che li circonda, runner ossessionati dalla velocità di percorrenza, da altimetrie e dislivelli, camminatori lenti per necessità o scelta, bivaccatori, sportivi super tecnici, escursionisti minimalisti, insomma la fauna degli animali umani è come varietà e specifiche per lo meno numerosa come quella degli animali non umani. Di qualunque varietà bipede/alpestro/boschiva facessimo parte non dovremmo prescindere da una certa preparazione tecnica e mentale per affrontare nella maniera migliore l’ambiente selvaggio dove per “affrontare” ovviamente non mi riferisco a nessun tipo di “sfida” alla natura, ma piuttosto al corpus di conoscenze utili a vivere in maniera sicura e rispettosa e piacevole l’ambiente nel quale ci troviamo in quel momento. Esistono numerosi manuali riferiti alle tecniche boschive sui quali apprendere la teoria sulla costruzione di un riparo, l’andar per erbe o a reperire fonti d’acqua, l’orientamento o quant’altro, tutto quel che si cerca c’è ma il problema fondamentale del novanta per cento di questi testi o è sterilmente tecnico e specifico o riferito all’ambito militare/survivalistico, generalmente la lettura comunque risulta decisamente noiosa e poco stimolante… A saper cercare però si possono trovare anche libri che travalicano la questione meramente tecnico/teorica per riferire le conoscenze riportate ad un ambito empirico, con il pericolo però di trasformare la questione dell’andar per boschi ad uno sterile corpo di tecniche ben collaudate (quando, come, da chi e perché?) da saper applicare alla lettera, così come si farebbe per un protocollo sanitario o d’ufficio. Capita però di incontrare alcuni testi che riescono a fare un passo ulteriore, manuali che sono allo stesso tempo romanzi, testi di storia ricchi di ironia e aneddoti, manuali di tecniche riportate fedelmente ma inquadrate nel tempo e nello spazio dove ogni elemento è interconnesso, utile e non necessario, dove la fantasia è la scaltrezza dell’indagine, la storia sono importanti come la tecnica stessa, libri dove non si tratta di imparare meccanicamente la tekné, ma dove quest’ultima diviene un elemento di comporto all’esperienza individuale di indagine e conoscenza, non si tratta quindi dello sterile raggiungere un punto B partendo da un punto A attraversando asetticamente tutto ciò che gli sta in mezzo, ma spostarsi nell’ambiente da un luogo ad un altro entrando in correlazione con ciò che ci circonda non con piglio prettamente utilitaristico ma bensì olistico… Mi preme quindi uno di questi libri, consigliato da un amico virtuale (https://wildtuscanybushcraft.wordpress.com/…) e che ho appena finito di leggere. Premetto che questo testo non interesserà particolarmente ai partigiani dell’utilizzo di GPS o simili, ma interesserà certamente a chi pensa che imparare ed affinare le tecniche di lettura dell’ambiente che ci circonda possa aiutarci non solo a trovare la strada ma soprattutto ad instaurate un rapporto di scambio con i luoghi che attraversiamo e che in certa misura ci attraversano. Il testo in questione si chiama “L’antica arte di trovare la strada: Osservare e leggere la natura per imparare a orientarsi”, scritto da Tristan Gooley si tratta di un manuale sulla così detta “navigazione naturale”, ovvero l’orientamento senza l’utilizzo di strumenti come gps o bussole. Ho parlato di manuale ma il libro di Gooley è molto di più, se da un lato ci spiega come utilizzare il sole piuttosto che le stelle o i depositi limacciosi in una pozzanghera per individuare i punti cardinali o la direzione del vento dominante, da un altro ci racconterà aneddoti legati alla storia e alla mitologia del viaggio che si intrecciano con le sue personali esperienze o a quelle di un Tuareg del Sahara con il quale una sera si è ritrovato a chiacchierare, travalicando il confine dello studio tecnico per sconfinare nelle terre della narrativa non priva di una sottile ironia tutta inglese. Se siete interessati a sapere con precisione millimetrica latitudine e longitudine, se non potete fare a meno del gps e della sicurezza della meta allora probabilmente questo testo non fa per voi, al contrario se vi affascinano sole, stelle, vento, acqua e le loro correlazioni, se siete disposti anche a sbagliare e tornare sui vostri passi, se vi fa sognare la possibilità di sapere entro quando tramonterà il sole usando solo le dita della vostra mano o se vi intriga capire come trovare i punti cardinali con un bastoncino e qualche minuto di pazienza ed il tutto spiegato con leggerezza, chiarezza e condito con una scrittura decisamente piacevole, se per voi il viaggio -qualsiasi viaggio- rappresenta un’opportunità di osservazione e conoscenza beh, questo libro fa proprio per voi…buona lettura!
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