I Menhir di Pietraborga, ancora.

Ieri siamo stati/e a visitare un sito celtico piuttosto conosciuto a queste latitudini e che ad ogni passaggio regala sensazioni assai particolari anche ad uno scettico come me, è evidente come certi luoghi siano stati destinati per un motivo a determinati usi, non sono solo posizione, esposizione e presenza di materiali litici in abbondanza motivarono la scelta del luogo che è attraversato da un’energia particolare difficile da spiegare, posso dire soltanto che passeggiando per quel bosco i pensieri si alleggeriscono sin quasi a diluirsi in una sorta di pace interiore, sensazione che perdurerà parecchio, vieppiù una volta abbandonato il sito e non è solo una sorta di bosco-terapia, non è la luce di un pomeriggio di Dicembre, non sono il silenzio e la risacca del mare di foglie attraversate o meglio, sono tutte queste cose assieme ma c’è qualcosa di più che aleggia. Comunque sia è stato un ultimo discreto saluto al 2024.

Masso con facciata coppellata? Difficile da dire, le evidenti coppelle della facciata Sud danno proprio l’impressione d’essere realizzate da mano umana, ma le pietre qui sono, in certi casi, fortemente lavorate dagli agenti atmosferici. Il dubbio ancora una volta rimane.

I monoliti si fanno sempre più presenti e fitti…

…nonché monumentali.

Il degno ingresso all’area megalitica, decisamente consono per questo tempio alla natura.

L’area presenta Menhir evidentemente posti dall’uomo assieme a formazioni rocciose naturali, il tutto a formare una sorta di percorso.

Sorpassata l’area dei Menhir, ma se ne trovano ancora qua e là disseminati sul percorso, si giunge volendo alla vetta della collina dal quale si può spaziare su tutto l’arco alpino ed inchinarsi alla maestosità del Re di pietra velato dalle brume dicembrine.

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