ARVAIA, al contrario di quanto dichiarato dalla stessa attraverso i media:
– Richiede regolarmente interventi di cattura lepri e di tiro ai volatili, animali rei di danneggiare le coltivazioni;
– Pubblicizza come interventi non cruenti le catture, quando è dimostrato l’elevato tasso di mortalità delle lepri anche molte ore dopo la cattura per lo shock o le difficoltà di ambientamento. Frequenti anche le lesioni permanenti (disabilità);
– Omette di riferire che le lepri, catturate ad opera di guardie venatorie (cacciatori), vengano deportate in zone venatorie e fatte oggetto di caccia;
– Invita i soci con comunicazioni riservate fuorvianti a partecipare alle attività di cattura senza dichiarare in via preliminare il proprio reale intento, riferendo ai soci che la finalità sia solo quella di allontanarle nei campi attigui;
– Ha rifiutato, pur riferendo il contrario, le proposte di associazioni circa l’installazione di protezioni passive dei raccolti, adducendo motivi economici;
– Ha organizzato recentemente una cattura lepri in periodo di allattamento, con cuccioli in tana. L’attività è stata interrotta solo grazie all’intervento di volontari locali.
ARVAIA non uccide direttamente, ma fa uccidere scientemente lepri e uccelli per proteggere i propri raccolti, dissimulando la realtà nella comunicazione ai soci e al pubblico per pilotare il consenso e mantenere un’aura green e km0.”