Durante le escursioni, soprattutto quelle di più giorni, sarà sicuramente necessario accendere un fuoco; per fare ciò dovremo avere, oltre alla legna ovviamente, un’esca da utilizzare come starter per la fiamma. Generalmente sarà una buona idea partire già attrezzati, magari portando con sé dei cotoncini imbevuti di olio di vasellina, ma nel caso non avessimo con noi nessun tipo di innesco dovremo arrangiarci con quel che si trova nel bosco, che in realtà offre molti ottimi combustibili adatti all’uopo a preparare un’ottima esca.
In questo articolo tratteremo la corteccia di un albero molto facile da riconoscere, la betulla, albero che ci offrirà varie possibilità di utilizzo in ambito boschivo o di emergenza. Ma di questo trattremo successivamente in altri articoli.
Durante la nostra escursione, se pensiamo che dovremo accendere un fuoco, ci premureremo di raccogliere tutto quel materiale che potrà servirci allo scopo, quindi oltre alla legna, il materiale necessario a dare il via alla fiamma, quindi:
– erba secca il più fine possibile (ottimo il paleo, ad esempio).
– Nidi caduti (raro trovarne, ma capita).
L’erba secca, opportunamente sfibrata e lavorata a forma di nido, ci servirà come innesco della fiamma, durerà però relativamente poco, probabilmente non il tempo necessario ad accendrere la legna, ci servirà quindi un combustibile “secondario” più duraturo.
NB: In caso di erba secca ma umida, e può capitare durante la stagione piovosa, la raccoglieremo comunque e la riporremo sotto il maglione e la giacca, a contatto con il corpo, in modo da usare il calore di quest’ultimo per asciugarla. Ci vorrà tempo, quindi conviene sempre raccogliere la prima erba che troveremo, se poi ne trovassimo altra asciutta tanto meglio, ma conviene non rischiare.
– Corteccia di betulla.
Eccoci alla nostra corteccia di betulla, ottima come combustibile, brucia per molto tempo e soprattutto lo fa sia da asciutta che da bagnata, il ché, è inutile dirlo, è un pregio non da poco.
La corteccia può essere utilizzata da sola o accoppiata ad un esca di erba secca, dipende tutto dalle condizioni meteo e da cosa utilizzeremo per innescare la combustione.
Se abbiamo un accendino e disponiamo di abbastanza betulla non faremo altro che accenderla a guisa di diavolina e porla sotto la nostra catasta di legna che, se opportunamente preparata, si accenderà ed avremo il nostro fuoco. Nel caso non disponessimo di troppa betulla o volessimo tenerne una scorta, la accoppieremo con l’erba secca, accendendo prima quest’ultima con la betulla appoggiata sopra, in modo da produrre due momenti di combustione che prolungheranno il tempo di fiamma. Accenderemo il tutto direttamente sotto la legna.
Se il nostro accendino non funzionasse o non lo avessimo, e possedessimo un firesteel o utilizzassimo il metodo dell’archetto o altra tecnica primitiva dovremo prestare più attenzione e delicatezza nella preparazione dell’esca d’erba, “strappata” ed appallottolata più volte, andremo a creare una sorta di nido che appoggeremo su un supporto che ci permetterà di isolarla dal suolo, cosa molto importante in presenza di terreno umido o bagnato, e di spostarla egevolmente una volta accesa. Con il firesteel accenderemo l’erba, sulla quale successivamente porremo striscioline di corteccia di betulla, meglio se sfibrata in modo da farla prendere ancora meglio. A questo punto porremo la nostra fiamma pilota sotto la catasta. Facciamo attenzione a non usare tutta la betulla, ma teniamone una parte per alimentare la combustione fintanto che la legna non si sarà accesa.
Come raccogliere la corteccia di betulla.
E’ piuttosto frequente, nel suo habitat, trovare tronchi di betulla caduti dal quale potremo ricavare tutta la corteccia di cui abbiamo bisogno, basterà eseguire un’incisione a croce sul tronco, sollevare con la punta del coltello un piccolo lembo di corteccia e tirare con le dita, quest’ultima si staccherà facilmente in strisce. In caso di albero morto potremo ovviamente raccogliere quanta più corteccia possibile, oltretutto il legno di betulla è ottimo anche per preparare il necessario per accendere il fuoco in maniera primitiva.
Nel caso di pianta viva raccoglieremo solo la corteccia strettamente necessaria al fine di non gravare troppo sull’albero, in più la pianta viva ci offrirà anche una risorsa in più, sottili foglie di corteccia, quasi trasparenti, che si staccano da sole quasi come squamette sulla superficie del tronco; raccoglieremo anche queste sottili lamine di materiale che accoppieremo all’esca d’erba (solo in caso di corteccia asciutta, ovviamente, altrimenti inumidiremo l’erba) e questo ci aiuterà ulteriormente nell’accensione.
Qualsiasi metodo si decida di mettere in pratica per l’accensione del fuoco (accendino escluso) dovremo esercitarci un minimo per prendere confidenza con i materiali e con le tecniche. I primi tentativi magari non saranno gratificanti, ma con la pratica e l’esperienza saremo in grado di accendere sempre il nostro fuoco. Buone escursioni!