DIY: Sacchetta vichinga “Viborg” autoprodotta

Qualche tempo fa ero casualmente incappato in questo tipo di sacchetta mentre cercavo qualche spunto per realizzare dell’oggettistica in legno d’ispirazione norrena.

Il modello prende spunto da un ritrovamento archeologico avvenuto nella città vichinga di Viborg in Danimarca, ritrovamenti simili sono stati effettuati anche in altri insediamenti vichinghi il che mi fa pensare che questa sacchetta fosse un modello piuttosto comune.

Per realizzarla ho utilizzato del faggio per gli elementi linnei, che ho in principio splittato con l’accetta per poi intagliarli a coltello e della stoffa di recupero, nello specifico le gambe e due passanti per la cintura che ho ritagliato da un paio di vecchi pantaloni ormai inutilizzabili.

Come ho proceduto:

Dopo aver spaccato un ciocco di faggio ho realizzato un listello di circa 20cm che poi ho provveduto a separare in due parti nel senso della lunghezza. Mi sono così ritrovato con due listelli dello spessore approssimativo di 4 mm

Ho disegnato su uno dei due pezzi l’elemento da intagliare e ho provveduto a realizzare la forma desiderata.

 

A questo punto ho realizzato i buchi per il cordino utilizzando un succhiello, dopodiché mi sono dedicato alle fessure nelle quali inserire le fettucce che avrebbero poi congiunto il legno alla stoffa.

Ho prima segnato sul legno le posizioni delle tre fessure, poi agli estremi di ognuna ho realizzato dei buchi passanti utilizzando il solito trivellino ed ho poi fatto saltare il legno in eccesso con la punta del coltello fino a realizzare le fessure.

Ho poi ricalcato l’elemento sul secondo listello e ho proceduto nella medesima maniera.

Ho poi scartavetrato i pezzi e li ho unti con olio di lino.

Per realizzare la sacchetta ho tagliato una delle gambe del pantalone a circa 25 cm dalla base, ho utilizzato la parte terminale con l’orlo come imboccatura della sacca e ho cucito il fondo della sacchetta risvoltando la stoffa, in modo da far rimanere le cuciture all’interno della sacchetta. Occhio non vede cuore non duole, sono un sarto pessimo (ma migliorerò).

 

A questo punto con l’orlo dell’altra gamba ho realizzato le sei fettucce che avrebbero poi attaccato gli elementi in legno alla sacca.

Ho proceduto poi ad unire legno e stoffa, dopo aver applicato il primo elemento in ho attaccato anche il secondo procedendo ad occhio…e sbagliando la posizione di qualche mm, con il risultato che la sacchetta non aprirà con i due listelli perfettamente paralleli ma pazienza, di scucire e ricucire non se ne parla.

Ho poi utilizzato due passanti della cintura per realizzare due piccoli passantini posti lateralmente alla sacchetta fra gli elementi in legno, ho poi inserito uno spago in canapa di dimensioni generose ed il lavoro è finito.

IY

Sono piuttosto soddisfatto, la sacchetta è funzionale ed il peso all’interno contribuisce a tenerla chiusa, in più gli elementi in legno contribuiscono a rendere agevole l’apertura anche con la sacchetta appesa al fianco ed utilizzando i guanti.

Ne realizzerò sicuramente altre e di varie misure e le utilizzerò soprattutto per la raccolta da spontaneo al posto dei classici sacchetti di carta.

Piccola nota sulla foratura manuale:

per forare spessori così esigui senza rompere il pezzo converrà utilizzare alcuni accorgimenti.

La frattura generalmente partirà lungovena, dovremo quindi, dopo che il succhiello avrà fatto pesa sul legno, comprimere con le dita -se il pezzo è piccolo” il lungovena in prossimità del punto da forare.

Il trivellino asporterà il legno creando segatura ma tenderà comunque ad allargare le fibre, quindi oltre a comprimere come ho appena scritto le vene del legno, dovremo lavorare con il trivellino non in continuità ma “avvitando e svitando” continuamente l’attrezzo, procedendo in maniera sempre più profonda ma delicata nell’avvitatura, in modo da stressare il meno possibile il legno in fase di penetrazione ed espellendo lo scarto della segatura in estrazione.

Una volta che la punta del trivellino si presenterà dal lato opposto consiglio di girare il pezzo e riprendere la foratura dal retro, sempre per non stressare troppo il legno. Così facendo riusciremo a bucare tranquillamente senza danni o rotture.

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