visto l’arrivo(?) del caldo e quindi l’aumento delle escursioni, abbiamo deciso di postare alcuni semplici consigli per chi decidesse di avventurarsi in montagna o fra i boschi. Cominciamo con qualche veloce rudimento sul riconoscimento delle vipere, sull’ambiente dove si possono trovare, cosa fare per evitarle o in caso di incontro e come comportarsi in caso di morsicatura.
La vipera, nelle sue varianti di specie, è l’unico serpente velenoso che troviamo in Italia, è diffusa ovunque dall’Appennino alle Alpi tranne in Sardegna.
L’incontro con un serpente in ambiente naturale potrebbe generare nell’escursionista paura e reazioni scomposte, ma in realtà la maggior parte degli amici striscianti che incontreremo saranno bisce o biacchi, quindi rettili innocui. Trovare sulla propria strada una vipera è più raro di quel che si pensi, infatti generalmente tende a rifuggire la presenza umana e prima di attaccare preferisce scappare. Nel caso però ci si trovasse davanti ad un serpente vogliamo dare qualche semplice dritta al fine di poter capire con quale animaletto si ha a che fare.
La vipera abita prevalentemente zone assolate ai margini dei boschi, pietraie e zone aride, ma è possibile incontrarla anche in aree con folta vegetazione e fino ad un’altezza di 3000 metri. La sua lunghezza massima è poco più di un metro, ma generalmente lo standard va dai 50 ai 60 cm.
Differenze fra vipere e serpenti non velenosi
La prima differenza fra una vipera ed un altro serpente e che salta immediatamente all’occhio è la differente struttura fisica, infatti a parità di lunghezza il serpente innocuo risulterà più slanciato, con la testa ovaleggiante larga quanto il resto del collo, come a formare una figura lineare ed organica.
La viperà avrà una struttura più massicia, tozza, la coda sarà molto corta e la testa sarà più larga del collo e di forma triangolare.
Sempre osservando la testa il serpente “comune” avrà squame più grandi e disposte in maniera regolare, mentre la vipera avrà squame piccole e disposte in maniera “disordinata”.
Anche la forma dell’occhio è indicativa, il biacco o la biscia lo hanno rotondo, mentre la vipera lo avrà più sfilato verso l’alto.
Nell’allontanarsi la viperà si muoverà lentamente, mentre la biscia o il biacco si disimpegneranno velocemente.
Generalmente la vipera ha, lungo il corpo, un caratteristico disegno a zig zag, ma la colorazione non sempre è indicativa, visto che possono esistere anche esemplari monocromi o albini, comunque se si incontrasse un serpente con questa particolare colorazione sarà il caso di non dargli troppa confidenza.
Come evitare spiacevoli incontri
La vipera ha voglia di incontrare voi quanto voi di incontrare lei, per evitare lo spiacevole randez-vous esistono alcune regole basilari da seguire.
La vipera tende a situarsi in zone abbandonate o scarsamente battute, quindi la possibilità di incontrarne una aumenterà quanto più ci allontaneremo dai sentieri comunemente battuti.
Occorrerà prestare attenzione a tutti quegli ambienti che potrebbero offrire rifugio ai serpenti come cataste di legna, muretti a secco, cumuli di pietre ecc…, quando ci si trova nei pressi di questi luoghi sarebbe buona abitudine evitare di infilare mani e piedi dove non si veda chiaramente dove andremo a toccare, magari indossare guanti (precauzione utile comunque, nel caso si decidesse di fare fuori sentiero) e nel caso ci si muova in un ambiente a rischio battere su pietre e tronchi con un bastone per segnalare all’animale la nostra presenza e far si che si possa allontanare. Qualora si camminasse nell’erba alta, converrebbe sempre avere un bastone piuttosto lungo per spostare la vegetazione e per far rumore. Ricordate che la vipera non ha nessuna voglia di mordervi, quindi in caso di incontro non vi agitate, evitate movimenti repentini e non tentate di infastidirla, se ne andrà da sola. Nel caso l’animale non se ne andasse il consiglio è quello di tornare lentamente sui propri passi senza mai perdere di vista il serpente.
In caso di morso?
Innanzi tutto morso non vuol dire morte. Il morso della vipera non è necessariamente mortale, nella maggior parte dei casi provocherà dolore locale (anche intenso), edema, ecchimosi, malessere generale, in casi più gravi vomito, cefalee, limitata coagulazione sanguigna, diarrea, arsura e ovviamente una discreta angoscia e paura. In caso di morso non ci dovremo agitare, evitare l’iperattività fisica che creerebbe una circolazione maggiore del veleno e dovremo tentare di tranquillizzarci, il passo successivo sarà chiamare i soccorsi.
Sarà da evitare ogni incisione da film e anche il tentativo di bloccare il flusso sanguigno alla parte interessata dal morso, infatti se ad esempio fossimo stati pizzicati su un dito il blocco del flusso sanguigno, unito al veleno, potrebbero portare alla necrosi dello stesso ed oltretutto appena tolto il laccio emostatico (ad esempio) il veleno circolerà nuovamente nell’organismo.
In caso di morso dovremo muoverci il meno possibile ed immobilizzare l’arto come se si trattasse di una frattura, quindi steccatura e bendaggio, abbastanza solido ma non troppo, al fine di evitare quanto scritto poco sopra. L’immobilizzazione dell’arto serve per evitare che troppo movimento faciliti l’inoculazione del veleno, che comunque non agisce troppo velocemente, quindi nel caso ci sarà tutto il tempo per recarsi all’ospedale, dove verranno prestate le necessarie cure.
Che dire, questo è quanto, nel caso ci fossero modifiche o integrazioni da fare le eseguiremo volentieri, segnalate pure! La prossima volta parleremo delle zecche. A presto!