Tecniche boschive: Cordame in Ortica, un veloce metodo di realizzazione e qualche insidia da evitare PDF

Da qualche tempo delle alte ortiche facevano capolino da un prato appena pria dell’ingresso in paese, ieri mi sono al fine risoluto alla raccolta con l’intento di lavorarne i fusti a guisa di spago, mi sono dunque diretto alla volta delle piante recando meco l’infaticabile coltello con il quale ho raccolto un buon numero di steli, non prima di essermi frustato accidentalmente l’occhio sinistro con una pianta, fortunatamente senza particolari conseguenze. Continua a leggere

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Tracce: Canis Lupus, tracce specifiche e considerazioni sparse.

Qualche giorno fa, passeggiando su una strada bianca abbiamo incrociato varie tracce di animali impresse sia nella neve residua che nel fango, a testimonianza della vitalità faunistica dell’area; abbiamo incrociato tracce di Cervo, Camoscio, Cinghiale, Volpe, Capriolo e -ed è un rinvenimento sempre emozionante- di Lupo.

Il tipo di sentiero ci ha offerto un osservatorio privilegiato sulle tracce ed i percorsi seguiti da ogni animale con impronte nitide e direzioni quasi sempre chiare.

I due spunti di tracciamento più interessanti li ha offerti sicuramente il Lupo: abbiamo da prima incrociato una chiara pista su neve vecchia, l’animale ha proceduto in linea retta risalendo un lieve pendio a monte; questo è un buon -ed il primo- indicatore poiché nel dubbio che la traccia sia stata lasciata da un grosso Cane o appunto da un Lupo, l’incedere a questa guisa ci indirizzerà prevalentemente verso quest’ultimo, che predilige tale tipo di progressione. Continua a leggere

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Attrezzature boschive: Le ghette, non solo in inverno…

Riprendendo una vecchia consuetudine del blog, ovvero quello di parlare d’attrezzature boschive spesso ignorate o ritenute -errando- meno utili di altre, andiamo a vedere la praticità, dopo il bastone ed il cappello, di un elemento erroneamente riferito solo agli ambienti montani invernali, ovvero le Ghette.

Rivolgendoci a questo capo d’attrezzatura la mente si volge immantinente ai candidi manti nevosi ed alle vette repulsive ma, se è vero che determinati ambienti ne richiedono l’uso è altresì reale il loro utilizzo, che si perde nei meandri della storia, negli ambiti boschivi i più disparati; con questo breve scritto voglio illustrarne quindi l’utilità indubbia anche per i marinai di foresta dei giorni nostri. Continua a leggere

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Tracce: Impronte di Tasso

Saper riconoscere le impronte dei selvatici  va bel oltre il mero nozionismo o la mera curiosità, ma risulta decisamente utile anche al fine dei nostri spostamenti; individuare una pista nel bosco, se non si sa chi la percorre, potrebbe essere meno utile del previsto, al contrario, sapendo chi passa dove, avremo un quadro predittivo di massima del terreno che potremo incontrare; seguire una pista di stambecchi o camosci potrà verosimilmente porci innanzi a pendenze notevoli, a salti di roccia o canaloni repulsivi costringendoci in molti casi a dover tornare sui nostri passi, mentre seguire un cervo potrà darci sicuramente una sicurezza in più rispetto a quelle donate come detto da una pista di ungulati “scalatori” così come a quelle di un Cinghiale. Continua a leggere

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Passeggiata boschiva, l’ultima neve dell’ anno?

Prima giornata di sole dopo una sett imana di pioggia e neve; ne ho approfittato per una passeggiata intorno  a casa durante la quale ho potuto finalmente scattare le foto per  un articolo in fase di ultimazione su un pezzo d’ attrezzatura, uscirà a breve, state all’ occhio!

La primavera cova sotto la neve, primule.

Il fungo “cerott o “, Fomitopsis betulina.

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Animali! Camosci spioni

Ieri ho fatto un giro in un bosco che non frequentavo da un po’; trovato un monolito di una ventina di metri d’altezza l’ho salito sfruttando un cumulo di pietre che, a monte, portavano fin quasi alla cima, l’idea era di guadagnare il punto più alto in quella porzione boschiva per decidere verso quale direzione muovermi, poi sopra, complice la temperatura assai mite per la stagione, ho deciso di fermarmi qualche minuto a riposare ma una sensazione faceva capolino, quella d’essere osservato, cosa verosimile quando si è in ambiente, ho quindi deciso di capire, grazie alla mia posizione di agio sul piano del bosco, di tentare di spiare lo spiatore ebbene, ad un certo punto qualcosa, lontano, a circa un km in linea d’aria, ha attirato la mia attenzione: su un pianoro che ho riconosciuto essere sopra il mio paese, ho intravisto una forma anomala e, guardando con il monocolo, ho così capito chi mi stesse controllando, due camosci erano voltati proprio nella mia direzione, a turno, invero, e la scenetta è durata una ventina di minuti buoni, sino a quando non me ne sono disceso ed ho ripreso la mia marcia.

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Stiamo accorti: Della gestione del rischio nel selvatico

AVVISO AI NAVIGANTI: Il testo, piuttosto lungo, è una via di mezzo fra un racconto d’uscita ed un articolo tecnico sulla valutazione del rischi in escursione in un determinato ambiente, nello specifico un bosco verticale. Per chi non fosse interessato alla mia verbosità, ma solo al succo del discorso, potrà leggere soltanto le parti di testo contrassegnate in neretto che sono una sorta di compendio del contenuto dello scritto. Buona lettura.


Un accadimento occorsomi in una delle ultime uscite mi concede lo spunto per affrontare un tema assai importante, ma che sovente rimane a latere delle narrazioni riguardo l’andar per boschi, ancor più importante quando questi ultimi siano ripidi come accade con frequenza in montagna, dove una passeggiata, soprattutto se fuori-sentiero, può mutare velocemente da una salutare sgambata ad una situazione potenzialmente pericolosa, dove le conoscenze delle tecniche specifiche per una specifica situazione sono assai importanti, ma non sono l’unico fondamentale strumento per cavarsi d’impiccio, a poco servirà sapere se non si sa guardare, ascoltare, ascoltarsi, valutare; Veniamo al fatto ed alle riflessioni scaturite. Continua a leggere

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La forza dell’Agrifoglio

Non ci si può sbagliare, con l’Agrifoglio, quando si incontra nel bosco il contrasto fra le belle bacche rosse e le foglie dal verde deciso e pieno attirano lo sguardo già da lontano, chi si avvicina però, a suo rischio, potrà scoprirne gli strumenti di difesa nelle foglie coriacee dal margine frastagliato e puntuto; Continua a leggere

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Attrezzature boschive: Il (mio) Tascapane

Non sono un minimalista dei boschi, mi piace caricare lo zaino con quel che mi serve ed arrancare sino al luogo che mi darà dimora per la notte o anche solo per la giornata e spesso, quando le uscite non sono programmate e c’è la possibilità di fermarsi come di rientrare dopo poco o tanto tempo, sulla mie spalle c’è quello che necessita per sentirmi a casa, telo, coperta, cibo, acqua, libri, qualche volta il flauto traverso, ecc…, non manca mai, poi, un piccolo ed utile Tascapane ed è proprio d’esso e del suo contenuto che andrò parlando in questo articolo. Continua a leggere

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Resistenza animale: Fuga dal macello: il vitello ribelle trova rifugio nei boschi con una famiglia di cervi

Anche se l’epilogo non è quello che avrei voluto, ovvero che fosse rimasto libero nei boschi, la storia di questo vitellino ci rammenta che ognuno è nato libero ed ognuno libertà cerca, questa storia mi rammenta della vicenda simile del gruppo di vacche fuggite anni fa in Liguria.


di seguito l’articolo tratto da Eroi con la coda:

Sensibile agli eventi intorno a lui, un giovane vitello ha reagito con paura quando i suoi compagni venivano caricati su un camion destinato al macello. Continua a leggere

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Racconti d’uscite: Una giornata nel Bosco bianco

Dalla finestrella della vecchia porta in legno del terrazzo filtra una luce fioca, pallida e la riconosco, è quella del cielo che si prepara ad imbiancare: “e sarebbe una manna”, penso, non fiocca oramai da settimane dopo la bella imbiancata di inizio Dicembre che aveva illuso sulla possibilità di vedere finalmente un Inverno degno di questo nome, salvo poi infrangere le speranze conto muri di Fhoen da oltre 20 gradi di picco con primavera ed autunno che si sono alternati sino a pochi giorni fa, ma conta il qui ed ora ed il cielo unanimemente grigio è promettente, certo questi giorni di neve profilantesi non risolveranno la pessima situazione dell’acqua su questo versante alpino, ma è comunque qualcosa. Continua a leggere

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